L’uso dell’acqua ossigenata come additivo alimentare nei prodotti ittici è vietato in Europa. A dirlo la Commissione europea in risposta all’interrogazione presentata dall’eurodeputata Renata Briano in cui chiedeva all’esecutivo di esprimersi in merito a questo trattamento, soprattutto per rendere più consapevole la spesa dei prodotti ittici e dunque la distinzione tra prodotti trattati e non. La pratica ha suscitato perplessità anche entro i nostri confini tanto da costringere Eurofishmarket a lanciare una petizione per rendere necessaria un’etichettatura che racconti se i molluschi siano stati trattati o meno.
La circolare del ministero
A dare il via libera all’uso dell’acqua ossigenata come coadiuvante tecnologico è stata una circolare del ministero della Salute si è espressa in senso favorevole in merito all’utilizzo, nella lavorazione dei molluschi cefalopodi eviscerati decongelati o congelati, di soluzioni contenenti perossido di idrogeno, food grade, in quantità non superiori all’8% quale coadiuvante tecnologico. Prima dell’Italia era stata la Spagna, nel 2011, a rendere lecito il trattamento.
Additivo alimentare o coadiuvante tecnologico?
In entrambi i casi, l’unico trattamento ammesso è come coadiuvante e non come additivo. Una differenza sostanziale: quando parliamo di additivo, ci riferiamo ad una sostanza che aggiunta intenzionalmente ai prodotti alimentari per un fine tecnologico nelle fasi di produzione, trasformazione, preparazione, trattamento, imballaggio, trasporto o immagazzinamento degli alimenti diventi direttamente o indirettamente, essa stessa o i suoi derivati, un componente di tali alimenti. Al contrario, l’effetto funzionale del coadiuvante si esaurisce al termine del processo produttivo dell’alimento.
La posizione della Commissione europea
Nel ribadire che l’uso come additivo è proibito, l’esecutivo ha risposto all’interrogazione sostenendo che “inviterà le autorità italiane a fornire informazioni quanto all’autorizzazione dell’uso di soluzioni acquose contenenti perossido di idrogeno nel trattamento di cefalopodi eviscerati di cui alla circolare ministeriale citata dall’Onorevole deputata”. Sulla necessità che i consumatori siano adeguatamente informati se i molluschi che acquistano siano stati o meno trattati, la Commissione europea non si è espressa ma l’eurodeputata ha già depositato un’ulteriore interrogazione nella quale chiede un sistema di etichettatura chiaro e regole di trasparenza in tutti gli Stati membri.