Se la provenienza del cibo che comprate è un fattore fondamentale per scegliere, i mercati rionali non sono il posto adatto dove fare la spesa. Soprattutto per quanto riguarda il pesce, e la frutta e la verdura. A dirlo è il Movimento Difesa del Cittadino, che ha condotto una rilevazione tra 110 banchi tra ortofrutta, prodotti ittici e carne in 8 città di Italia. Il risultato è che in media solo 3 banchi su 10 rispettano le norme in materia di etichettatura. Per la precisione, l’indagine è stata svolt nei mesi di Febbraio e Marzo a Milano, Siena, Ascoli Piceno, Roma, Avellino, Crotone, Reggio Calabria, Cagliari. Non sono stati presi in considerazione i farmers’ market e i venditori diretti.
Frutta e verdura, quasi 4 su 10 senza origine
Nel caso dell’ortofrutta, l’informazione più presente è il prezzo (93,4%), seguita dalla denominazione commerciale (78,7%), dall’origine (63,9%) e dalla categoria (50%). “L’origine è ancora troppo poco indicata – spiega Mdc – considerando che si tratta di una indicazione a cui i consumatori e i produttori tengono molto. Tra i banchi abbiamo voluto rilevare coloro che presentavano contemporaneamente tutte e 4 le diciture obbligatorie: solo il 34% è stato riscontrato in regola“.
Metodo di pesca obbligatorio solo sulla carta
Anche per i prodotti ittici l’informazione più presente è il prezzo (90,2%). L’indicazione meno presente è la categoria degli attrezzi di pesca (18,2%). Si tratta però di una recente novità normativa, introdotta lo scorso 13 dicembre 2014 e che prevede l’indicazione degli attrezzi di pesca, informazione utile per valutare il rapporto qualità prezzo del pesce come l’impatto ambientale del tipo di pesca con cui è stato catturato il pesce. L’origine presente nel 73,5% dei casi, ancora poco diffusa considerando che è in vigore dal 2002. “Si tratta di una indicazione fortemente richiesta dai consumatori – aggiunge l’Mdc – come per l’ortofrutta. Anche il metodo di produzione è una indicazione utile al cittadino e ancora troppo spesso poco presente (solo nel 49,2% dei casi), visto che la differenza di prezzo tra una stessa specie può superare le 10/15 euro al chilo! In generale solo il 15,9% dei banchi è stato in regola”.
1 bistecca su 2 senza la giusta etichetta
Nel caso della carne solo il 45,5%dei banchi è in regola con l’etichettatura. Addirittura nel 6,4% sia i cartellini che il libro informativo non sono stati trovati esposti. Silvia Biasotto, responsabile dell’Area Alimentazione del Movimento Difesa del Cittadino , commenta: “Servono controlli, educazione dei consumatori e formazione dei venditori per riportare a una situazione di trasparenza al 100% la vendita nei mercati rionali- dichiara Biasotto – Sono ancora troppi i banchi considerati carenti dal punto di vista delle indicazioni date al cittadino: in alcuni casi sulle cassette di ortofrutta, pesce o nei banchi di carne nei mercati rionali era solo indicato il prezzo. Questo non è accettabile, soprattutto perché nel caso dell’origine le leggi esistono ma non vengono rispettate. Servono controlli, ma anche consumatori consapevoli che pretendano di essere informati e venditori formati che sappiano dare valore all’etichetta”.