Falso extravergine, dopo Lidl l’Antitrust sanziona Carapelli e Coricelli

Dopo Lidl, l’Antitrust ha condannato per pratica commerciale scorretta anche Carapelli, Bertolli e Sasso – marchi del gruppo Deoleo – e Coricelli rispettivamente per 300mila e 100 euro. Il motivo? L’Authority ha definito “ingannevole l’indicazione ‘olio extravergine di oliva'”, riportati sulle confezioni, in quanto questi oli sono risultati essere semplicemente “vergini”. L’Antitrust si è pronunciata a seguito di un esposto di Konsumer Italia che si era rivolta al Garante ipotizzando la pratica commerciale scorretta, dopo le analisi del Test-Salvagente del giugno scorso. Il Garante inoltre ribadisce la validità del panel test disciplinato dai regolamenti comunitari e tante volte messo in discussione dalle aziende: “L’esito della prova organolettica (la prova di assaggio, ndr) è sufficiente per dichiarare l’olio non conforme alla categoria dichiarata” extravergine, nel caso in questione.

Le nostre analisi e quelle dei Nas

Tutto nasce dalla nostra inchiesta del giugno scorso: su 20 campioni di olio extravergine fatti analizzare dal laboratorio chimico di Roma dell’Agenzia delle Dogane e dei Monopoli, ben 9 marchi alla prova organolettica sono stati declassati a semplici vergini, tra i quali il Pietro Coricelli, il Bertolli Gentile, il Frantolio di Carapelli e il Sasso Classico, oggetto della sentenza dell’Antitrust.

Non un danno alla salute dei consumatori ma alle loro tasche sì visto che hanno pagato un prezzo più alto per un prodotto con caretteristiche organolettiche inferiori di quanto promesso in etichetta. L’associazione Konsumer presieduta da Fabrizio Premuti presenta esposti all’Antitrust per pratica commerciale scorretta contro le aziende risultate “bocciate” dal nostro test: “La sentenza dell’Antitrust conferma i nostri dubbi e le evidenze emerse dalle analisi del Test-Salvagente. È il primo pronunciamento siamo in attesa di conoscere anche gli esiti degli altri esposti. Con questa condanna l’Antitrust apre uno scenario inendito nella tutela del consumatore”.

Dopo la nostra inchiesta,  il procuratore di Torino Raffaele Guariniello aprì un fascicolo, affidando al Nas il campionamento e ripetendo le analisi chimiche e organolettiche sui prodotti da noi analizzati, confermando in larga parte i risultati delle nostre indagini. A novembre scorso finiscono sul registro degli indagati i responsabili di sette marchi: Carapelli, Bertolli, Sasso, Coricelli, Santa Sabina, Prima Donna e Antica Badia.

Le aziende hanno ritirato i lotti sospetti

Nello specifico, l’Antitrust nelle due sentenze, mette in rilievo delle circostanze fino ad ora non note ai consumatori. Per quanto riguarda i marchi Carapelli, Bertolli e Sasso “la pratica commerciale è stata posta in essere dal 3 maggio 2015 al mese di maggio 2016 (epoca di completamento del ritiro dei prodotti appartenenti ai lotti che appartenevano ai campioni prelevati dal Nas di Torino)”.

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Anche per Coricelli la condotta sanzionata dall’Antitrust è cessata “il 31 dicembre 2015” quando, si legge negli atti, “il professionista ha ritirato dal commercio tale prodotto”.

Infine per l’esposto a carico della De Cecco l’Antitrust ha stabilito che la pratica non è scorretta  e che sulla base delle analisi condotte “il prodotto corrisponde alla categoria ‘extravergine‘ dichiarata in etichetta.