Pepsi e Frito Lay utilizzano parzialmente ingredienti geneticamente modificati per alcuni loro prodotti. A scoprirlo Consumer Union e Consumer Report che hanno scovato la dicitura su una lattina e un pacchetto di patatine. Una scoperta che non fa altro che accentuare il dibattito in corso negli Stati Uniti sull’etichettatura trasparente.
Che piaccia o no, il prossimo 1° luglio nello stato americano del Vermont entrerà in vigore una legge che impone di indicare in etichetta l’eventuale presenza di ingredienti modificati geneticamente. Un provvedimento che mette le grandi multinazionali del cibo di fronte ad una scelta: se optare per un’etichettatura chiara e trasparente in tutti gli Stati Uniti oppure se utilizzare un labelling differente solo per i prodotti destinati al piccolo stato americano. Alcune aziende, tipo Mars, Campbell Soup, e General Mills hanno già annunciato che provvederanno ad un’unica etichetta che utilizzeranno su tutto il territorio nazionale mentre Pepsi e Frito Lay, come si vede dalle foto dei prodotti che riportiamo, hanno già iniziato a dichiarare in etichetta la presenza di ingredienti geneticamente modificati. Anche se non proprio in maniera leggibile: in entrambi i casi, infatti, la dicitura è molto piccola e riportata in basso nella confezione. Quasi illeggibile.
Il problema, adesso, è capire in che percentuale sono presenti gli ingredienti gm. Pepsi si è rifiutata di rispondere alle domande dell’americano Consumerist mentre dal customer service di fritto Lay si limitano a chiarire che la terminologia “parziale” può essere utilizzato su qualsiasi prodotto che utilizza meno del 75% di ingredienti da fonti Ogm .