Auto usate: il solito vizio di scaricare il chilometraggio

Metti di comprare un’auto usata e di scoprire solo dopo averla ritirata che il chilometraggio reale è ben diverso da quanto segnato sul contachilometri. Succede più spesso di quanto si creda. È successo, tra gli altri, a un automobilista romano, che non è disposto a passare sopra alla frode subita, e sta cercando di ottenere giustizia.

Fuori le prove!

Il signor Stefano d’Alberto ha acquistato a Roma, presso Professione Auto (via dei Gracchi 123), una Volvo XC60 del 2009, a 16.300 euro. Al momento del ritiro il chilometraggio riportato era di circa 91mila chilometri.

Solo quattro giorni dopo però, nel controllare il motore, l’automobilista ha visto sul carter della cinghia di distribuzione l’indicazione del chilometraggio al quale era stata effettuata la manutenzione: 170.280 km!

Non ci pensa due volte e va a protestare dal venditore che gli assicura piena disponibilità alla rescissione del contratto e alla restituzione del denaro; a patto, però, di produrre una prova del chilometraggio effettivo della vettura. Perché lo stesso venditore ha bisogno di documentazione per rivalersi su chi gli ha fornito l’auto.

Tutti parlano, nessuno scrive

Ed ecco entrare in scena la concessionaria Volvo di Roma (via Prenestina 970), dove riscontrano facilmente al computer che il precedente possessore della vettura, nell’aprile del 2013 si era rivolto alla rete d’assistenza ufficiale; e che già allora il chilometraggio riscontrato era pari a 176.981 km. Purtroppo tutto viene riferito a voce, non viene rilasciata nessuna certificazione relativa, al sig. D’Alberto.

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Il nostro automobilista non si perde d’animo e chiede al PRA (il Pubblico Registro Automobilistico, gestito dall’ACI) l’estratto cronologico del veicolo, scoprendo che il 28 novembre del 2013 l’auto è stata ritirata dalla società Leonori, un importante commerciante romano, che successivamente l’ha ceduta a Professione Auto.

La cosa potrebbe risolversi facilmente se la concessionaria Volvo, o la stessa filiale italiana della casa, certificassero (magari omettendo i dati del precedente proprietario) di aver avuto in assistenza quell’automobile nell’aprile del 2013; e che allora il chilometraggio segnato era quello già citato di 176.981 km.

Soluzione a portata… di avvocato

Perché anche a noi il titolare della Professione Auto, Andrea Restiglian, ha confermato la piena disponibilità a rescindere il contratto. “Siamo i primi a essere caduti dalle nuvole quando il cliente ci ha informato di questa cosa. La nostra azienda è qui da 27 anni, non facciamo contraffazioni e non abbiamo mai avuto di questi problemi. Quindi abbiamo prodotto subito la documentazione che attesta come la contraffazione del chilometraggio non sia opera nostra; e siamo disponibili a riprendere l’automobile indietro rescindendo il contratto. Perché se le cose stanno così, il cliente ha più che ragione. L’unico problema è che anche dall’altra parte, da dove noi abbiamo preso l’auto, ci chiedono una documentazione”.

La domanda viene spontanea, Professione Auto non potrebbe contattare direttamente la filiale della Volvo?

Restiglian ci risponde: “Ovviamente lo abbiamo fatto. Anche a noi hanno confermato che esiste un intervento in assistenza che riporta un chilometraggio più elevato. Però per motivi di privacy non possono fornirci la fattura di quell’intervento. E nostro malgrado questa cosa sta rimanendo bloccata”.

A questo punto, con ogni probabilità, sembra che la questione andrà a chiudersi rapidamente, con un intervento del signor D’Alberto sulla Volvo attraverso l’associazione Konsumer, per avere quella benedetta dichiarazione. Del resto, come ci ha detto l’avvocato Cristiano Iurilli, di Konsumer, “quale attuale proprietario, il consumatore ha diritto ad ottenere dalla Volvo ogni informazione necessaria e per iscritto circa la sua vettura”.