Banca Etruria, via al rimborso forfettario (per molti ma non per tutti)

Gli obbligazionisti di Banca Marche, Carichieti, Carife e Banca Etruria possono dire conclusa la loro vicenda. Con la pubblicazione in Gazzetta ufficiale è entrato in vigore il cd decreto banche che prevede misure per “l’accelerazione sul recupero crediti” in favore degli oltre 10mila risparmiatori che con il fallimento delle 4 banche hanno visto andare in fumo il loro patrimonio.

Cosa prevede il decreto

Il provvedimento che entra in vigore oggi prevede un rimborso forfettario fino all’80%, senza arbitrato, purché ricorra una delle due condizioni: un reddito lordo molto basso, sotto 35mila euro, o un patrimonio mobiliare sotto 100mila euro. Il decreto fissa anche uno spartiacque, 12 giugno 2014 – data in cui è entrata in vigore la direttiva europea che detta le nuove norme per la risoluzione bancaria: chi ha sottoscritto le obbligazioni dopo quella data, infatti, deve necessariamente ricorrere all’arbitrato. Si tratta, però, confermano dal governo di un numero assai esiguo di obbligazionisti (158) rispetto a chi, invece, ha diritto al rimborso forfettario.

Dona: “Intollerabile il dilemma del prigioniero”

Il decreto costringe i risparmiatori a scegliere tra rimborso automatico e procedura arbitrale. All’art. 9 comma 6, infatti, si prevede che la presentazione dell’istanza di erogazione dell’indennizzo forfetario  “non consente il ricorso alla  procedura arbitrale di cui all’articolo 1, commi da 857 a 860  della  legge  28 dicembre 2015, n. 208”, ossia all’arbitrato.

Commenta Massimiliano Dona, Segretario dell’Unione Nazionale Consumatori: “E’ una pressione inaccettabile per il consumatore, che viene costretto a rinunciare ai suoi diritti, se accetta la via del rimborso automatico. Un dilemma del prigioniero intollerabile, che costringe il risparmiatore a dover scegliere tra accettare meno del dovuto, l’80%, se vuole certezza del risarcimento oppure giocare alla roulette russa dell’arbitrato” .

 

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