L’industria avicola propaganda il “pollo sano e made in Italy”, ma a smentirla sono i dati di un recente report del ministero della Salute secondo cui nelle carni di pollo sono presenti alti livelli di antibiotico-resistenza. La situazione è preoccupante e i consumatori devono esserne informati. “Correttamente”, sottolineano dalla Ciwf Italia Onlus, l’associazione no profit per la protezione e il benessere degli animali negli allevamenti, che vuole rispondere alle mezze verità propinate dall’industria avicola per non allarmare l’opinione pubblica.
Ciwf ha quindi lanciato un’infografica per spiegare la realtà che si nasconde dietro all’allevamento intensivo di polli: altissime densità (fino a 20 polli per mq) nei capannoni, selezione genetica con patologie connesse, ridotte difese immunitarie e conseguente uso rutinario di antibiotici producono grandissime sofferenze per gli animali, gravi rischi per la salute umana e una carne più grassa e meno salutare.
L’infografica di Ciwf risponde alle “6 verità sul pollo” recentemente lanciate dall’industria avicola, un esempio lampante del tentativo dii mistificare la realtà, secondo Annamaria Pisapia, direttrice di CIWF Italia Onlus. Ma gli italiani sono sempre più maturi e attenti al benessere degli animali: “Con questa iniziativa – commenta Pisapia – abbiamo dato il nostro contributo al ristabilimento della verità sul pollo, per gli italiani che vogliono riflettere. E, siamo certi, saranno tanti.”
Infografica
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I DATI DEL MINISTERO DELLA SALUTE
Secondo il report del ministero della Salute, nei 709 campioni di pollo esaminati sono stati riscontrati casi di positività alla Salmonella spp (12,69%), alla Campylobacter spp. (72,92% ), alla Escherichia coli (95,40%), oltre ad alte contaminazioni (81,33%) da E. coli produttori di ESBL/AmpC, batteri che, secondo la relazione ministeriale, “destano preoccupazione per la salute pubblica”.
Molto allarmanti sono inoltre gli alti livelli di resistenza, anche multipla, agli antibiotici, compresi quelli di importanza critica per l’uomo, rilevati nei campioni esaminati.
A questo proposito, Annamaria Pisapia ha dichiarato: “L’uso eccessivo di antibiotici negli allevamenti di polli è necessario perché le difese immunitarie degli animali sono estremamente ridotte dalla selezione genetica e dalle condizioni di allevamento, tra cui le altissime densità. Il miglioramento delle condizioni ambientali da solo non basta a risolvere questo problema: solo lavorando anche sugli aspetti di selezione delle razze (optando per animali ad accrescimento più lento) e sulla riduzione delle densità sarà possibile ridurre l’uso di antibiotici e tenere sotto controllo il fenomeno dell’antibiotico-resistenza, che attualmente rappresenta una vera e propria minaccia per la salute pubblica. Nessun interesse commerciale dovrebbe avere la priorità rispetto alla salute dei cittadini italiani.”