Il Parmesan, il finto parmigiano italiano venduto negli Usa, contiene cellulosa. L’accusa arriva dalla prestigiosa agenzia giornalistica Bloomberg news che, a seguito di un’indagine della Fda, la Food and drugs administration, avviata sull’utilizzo di cellulosa e altri formaggi per il confezionamento del Parmesan da parte della Castle Cheese Inc, ha portato in laboratorio quattro confezioni di grattugiato per verificare la presenza di pasta di legno. I risultati sono stati sorprendenti e hanno fatto scoppiare uno scandalo negli Stati Uniti: nel prodotto Wall-Mart “Great Value 100% Parmesan grattato” la presenza di pasta di legno è risultata essere del 7,8%, in quello Kraft del 3,8%, in quello Jewel-Osco (Essential Everyday 100% Grated Parmesan Cheese) dell’8,8%, mentre appena lo 0,3% della sostanza è stata rintracciata nella confezione di Whole Foods 365.
“Non deve esserci”
Nel 2012, la Food and drug administration, l’autorità di controllo sugli alimenti, ha avviato un’indagine in Pennsylvania presso il caseificio Castle Cheese Inc scoprendo che il Parmesan 100% veniva ottenuto con ingredienti di riempimento, come pasta di legno o formaggi meno costosi come il cheddar e la mozzarella. Dopo i risultati della Fda, Bloomberg ha comprato al supermercato quattro confezioni di parmigiano grattugiato e scoperto alte percentuali di cellulosa.
Dean Sommer, tecnologo alimentare esperto di formaggi presso il Dairy Research a Madison, Wisconsin, ha detto a Bloomberg che la cellulosa è un additivo sicuro e un livello accettabile è del 2% al 4%. Amy Bentley, un professore nel dipartimento di Nutrizione presso la New York University, ha detto la cellulosa non è necessariamente pericolosa. La cellulosa è considerata una fibra e appare in alcuni prodotti lassativi e bevande, ha spiegato il professore. Ma certo il consumatore non se l’aspetta di trovarla nel “parmigiano”.
Aziende sulla difensiva
“Restiamo impegnati per la qualità dei nostri prodotti”, ha replicato a Bloomberg Michael Mullen portavoce di Kraft Heinz Co. John Forrest Ales, portavoce di Wal-Mart, ha messo in discussione l’affidabilità del test in quanto ha preso in considerazione un singolo campione. “Siamo fermamente convinti che non ci sia cellulosa, ma stiamo studiando la questione“, ha detto Blaire Kniffin, portavoce Whole Foods Market Inc.
Formaggi le prime vittime dell’italian sounding
In testa alla classifica dei prodotti più falsificati – come riporta il 4° Rapporto Agromafie di Coldiretti, Eurispes e Osservatorio sulla criminalità nell’agroalimentare, nel mondo ci sono proprio i formaggi, in primo luogo il Parmigiano Reggiano e il Grana Padano che, ad esempio negli Stati Uniti in quasi 9 casi su 10 vengono sostituiti dal Parmesan, prodotto in Wisconsin o in California. A seguire tra i formaggi più taroccati troviamo il provolone, il gorgonzola, il pecorino romano, l’Asiago e la fontina.
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