Non si può dire che non fosse una manovra annunciata. Tanto che il 4 settembre Adusbef, Codici, Greenpeace, Italia Solare, Kyoto Club, Legambiente e WWF avevano inviato una lettera aperta all’Authority per chiederle di ripensarci. E invece no, l’Aeeg va avanti come un treno e dal primo gennaio, entrano in vigore le nuove bollette dell’elettricità. E il sistema di calcolo della tariffa per oltre 30 milioni di famiglie diventa “chi più consuma meno spende”.
Al solito, dietro la svolta si invoca il più classico “Ce lo chiede l’Europa”. Qualcuno è decisamente entusiasta, molti invece non si rassegnano. Tra gli sponsor della nuova bolletta Chicco Testa presidente di Assoelettrica, l’Associazione dei produttori elettrici, che intervistato già questa estate dal Test-Salvagente lamentava che con l’attuale struttura chi consuma di più paga in parte anche per chi usa meno elettricità. Chiarissimo il pensiero di Testa “Per le famiglie meno abbienti c’è il bonus elettrico: se necessario, aumentiamone la capienza, ma non trasferiamo funzioni di carattere sociale sui prezzi dei beni. C’è forse qualcuno che paga la benzina di meno perché è povero? E perché mai lo sconto deve ricadere su chi ha commesso il peccato di fare tre figli, per cui guadagna magari quanto il presunto povero ma è costretto a consumare di più?”.
La riforma del sistema tariffario dei clienti domestici, predisposta dall’Autorità eliminerà la struttura progressiva delle nostre tariffe, cioè il meccanismo per cui, fino ad ora, in Italia chi consuma poco paga il kWh meno di chi consuma di più. Si introdurrà insomma una tariffa flat – piatta – in cui tutti pagheranno lo stesso prezzo al kWh, a prescindere dai consumi.
A perderci sarà gran parte degli italiani, in particolar modo anziani residenti e single. I primi a regime pagheranno 50 euro in più l’anno, i secondi 71 euro.