Il segreto di Pulcinella. Almeno per costruttori e autorità europee, il dieselgate che sta sconvolgendo il mondo e affondando la Volkswagen, era questo. Le altre case automobilistiche negano ufficialmente di aver saputo, ma quando spegni i microfoni in molti osservano che era noto che la casa tedesca giocava con i dati di emissione. La Ue nega ma, se sono vere le rivelazioni del Finacial Times, conosceva i trucchetti delle emissioni taroccate già dal 2013.
Chi di certo non sapeva nulla sono i consumatori, quelli americani e quelli europei che acquistavano auto convinti di poter contare su dati di emissioni veritieri e invece scoprono oggi che tutti i confronti fatti sulle tabelle dei costruttori, forse perfino la classificazione europea in Euro 3, 4, 5, 6 e chi più ne ha più ne metta, erano completamente falsati.
Ben venga, dunque, la class action per far pagare i danni, diretti e indiretti, alla Volkswagen. Ben venga la maximulta statunitense alla casa tedesca (sempre che serva a correggere i danni ambientali di cui è indirettamente è responsabile). E altrettanto si dica per quella che arriverà dalla Ue.
Ben vengano i controlli su strada dal prossimo anno (ma ci voleva davvero questo scandalo per avviarli, dato che molte denunce, come quelle di associazioni dei consumatori e del Salvagente avevano già evidenziato quanto i dati dichiarati fossero falsi?).
Ma, prima ancora di tutto questo, ci vuole chiarezza. C’è davvero qualcuno che pensa che sia stata solo Volkswagen a taroccare i dati di emissione? Neppure Pulcinella cadrebbe in una tale ingenuità.
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Usciranno fuori altri nomi e si andrà fino in fondo? Qui le risposte sono molto più dubbie, non vorremmo che la paura di turbare il mercato finisse per addormentare tutto…