Stop alle bollette se il conto è in rosso. La novità che nessuno conosce

BOLLETTA ENI WIKIWI TIM BUSINESS

Il prossimo 1° gennaio entreranno in vigore le nuove norme volute dall’Autorità bancaria europea che vieteranno ai correntisti lo sconfinamento di conto corrente, anche per poche centinaia di euro. Anche solo per pagare le bollette domiciliate. Una linea di rigore che l’Europa ha chiesto alle banche affinché tutti i paesi si allineino alle consuetudini dei paesi del Nord Europa, nei quali il rosso sul conto non è ammesso e non esiste il finanziamento tramite lo scoperto di conto corrente. Una notizia positiva per i consumatori –  ha commentato l’avvocato, e nostro consulente, Raffaella Grisafi di Konsumer Italia – che dovranno, però, prendere le misure con la nuova normativa e soprattutto, hanno il diritto di essere sufficientemente informati. “È questa la vera sfida” sottolinea il legale. Ma andiamo con ordine.

Cosa cambia

Da qualche giorno Banca Nazionale del Lavoro, parte del gruppo francese BnpParibas, ha già fatto sapere ai clienti che, in anticipo con lo scattare dell’obbligo del 1° gennaio, non potranno più andare in rosso nel conto corrente. Neanche per pochi euro. Tradotto, se sul conto si ha la domiciliazione di una bolletta, ad esempio, e allo scadere la banca non trova sul conto la somma necessaria a coprire il pagamento invia una notifica al cliente che deve coprire la somma entro le 15 del giorno stesso altrimenti la bolletta non verrà pagata. E il consumatore risulterà moroso nei confronti, ad esempio, della società di fornitura.

Qual è la novità?

Rispetto ad oggi cosa cambia? vi chiederete. Domanda giusta. Distinguiamo: per chi ha un conto corrente che prevede un fido, non cambia nulla perché è “coperto” dall’anticipo che gli ha accordato la banca. Per tutti gli altri, invece, la novità c’è e non è da poco. Perchè finora era consuetudine una certa flessibilità delle banche a concedere un “rosso” ad alcuni clienti e per importi piccoli, proprio come una bolletta. La prassi, infatti, prevedeva che la banca pagasse e poi chiedesse al cliente di rientrare. Oggi quella flessibiltà non sarà più possibile tanto che questo aspetto era stato anche stigmatizzato dall’Abi.

…pagheranno i consumatori?

Non è detto che a rimetterci siano i consumatori. Come ci ha spiegato Raffaella Grisafi, infatti, c’è di sicuro un risvolto positivo in tutto questo, perché si eviterà il sovra-indebitamento involontario ovvero l’inconsapevole utilizzo di soldi che non si posseggono. D’altronde, la ratio della norma europa è proprio quella di sensibilizzare i clienti ad avere sempre il conto corrente sotto controllo. Certo è che – aggiunge il legale – per 50 anni i consumatori sono stati abituati in un modo e adesso c’è bisogno di accompagnarli nella novità. Come? Facendo informazione. “Mancano pochi giorni all’entrata in vigore delle nuove regole e a parte Bnl che ha già inviato un’informativa ai clienti, quanti hanno fatto lo stesso? E soprattutto, quanti istituiti sono andati oltre il documento informativo scritto in burocratese?”. E sul rischio che i consumatori possano trovarsi iscritti al Crif senza sapere nulla, la Grisafi taglia corto: “La segnalazione alla Crif  non è automatica ma segue una procedura standardizzata e tra l’altro le società di servizi non possono segnalare i cattivi pagatori, può farlo una banca per una rata. Qualora queste circostanze non sono rispettate, si tratterebbe di una segnalazione illecita e andrebbe denunciata”.