Inquinamento ambientale e danneggiamento, sarebbero queste le ipotesi di reato dietro la strage di circa 9 milioni di api (oltre 200 alveari coinvolti) avvenuta ad agosto nei territori a cavallo del fiume Oglio in Lombardia e legata all’uso indiscrimato di insetticidi. A formulare queste ipotesi di reato sono le associazioni di apicoltori Unione nazionale associazioni apicoltori italiani (Unaapi), Apilombardia e Apicoltori Lombardi che hanno depositato due denunce presso la Procura della Repubblica di Brescia e di Cremona.
Gli insetticidi sospetti
Le analisi condotte dai veterinari delle Agenzie di Tutela della Salute (ATS) delle zone coinvolte e i Carabinieri Forestali, che hanno prelevato campioni per effettuare le analisi di rito e avviare le indagini, hanno evidenziano la presenza costante di due principi attivi: indoxacarb e chlorantraniliprole. “Sono sostanze – precisa in una nota Greenpeace – che vengono usate per diverse formulazioni commerciali di insetticidi, comunemente usati su mais e altre colture. L’Ats bresciana ha comunicato che dagli esami si evidenzia “la presenza in quantitativi significativi nelle api morte e in minor quantità in polline e miele dei principi attivi di un fitosanitario specifico utilizzato sul mais”.
Il sospetto degli inquirenti è che a causare la moria degli insetti sia stato l’uso di insetticidi direttamente su colture in fioritura, dove appunto volano le api per raccogliere il polline, o la deriva tramite il vento dell’insetticida su una coltura limitrofa in fioritura a quella oggetto del trattamento.
I territori coinvolti
Secondo la ricostruzione la moria degli insetti è cominciata l’8 agosto e prosegue almeno fino al 12 agosto e ha coinvolto il territorio compreso tra i Comuni di Azzanello (CR), Genivolta (CR), Villachiara frazione di Villagana (BS), Borgo San Giacomo (BS). Tutti comuni a cavallo del fiume Oglio, zona storicamente agricola e vocata alla coltivazione di mais e soia. Il risultato è davvero allarmante: avvelenamento di oltre 200 alveari con tassi di mortalità dal 40 al 100% delle api. “Nei casi più gravi – scrive Greenpeace – i corpi delle api morte, ammassati davanti alle porticine di volo dell’arnia, bloccavano l’uscita delle api portando a morte per asfissia il resto dell’alveare”.
Greenpeace: “Basta avvelenamenti”
“Fattori quali pesticidi e pratiche agricole dannose” ribadisce Federica Ferrario, responsabile agricoltura Greenpeace Italia, “stanno contribuendo ad accelerare la scomparsa di api e insetti, i quali svolgono funzioni importanti negli ecosistemi”. Per questo secondo Greenpeace “vanno profondamente modificate le pratiche agricole intensive, e come indicato anche nella strategia europea Farm to Fork (dal produttore al consumatore) diminuito il ricorso ai pesticidi in agricoltura fino alla totale eliminazione”. Inoltre “servono misure collegate alla nuova Pac (Politica agricola comune) che includano nuovi criteri e nuovi approcci produttivi in campo agricolo”.
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