Mentre il coronavirus si diffonde negli allevamenti di visoni in Danimarca dove verranno uccisi almeno 1 milione e mezzo di animali, la Lav chiede al governo italiano di chiudere quelli ancora presenti in Italia: non solo per il bene di questi animali ma anche per il nostro.
“Sono ormai consolidate le evidenze scientifiche che identificano gli allevamenti intensivi dei visoni (destinati alla produzione di pellicce) come veri e propri serbatoi del virus SARS-CoV-2, che nell’uomo causa la malattia Covid-19. Un virus che, per le condizioni di allevamento intensivo in cui migliaia di animali convivono in spazi estremamente limitati, trova un ambiente ideale per replicarsi, evolvere e dunque subire mutazioni” scrive l’associazione animalista nell’appello con cui chiede di sottoscrivere la petizione per chiedere al Governo di vietare, in Italia, gli allevamenti di visoni per farne pellicce.
Ultima, in termini di tempo, la voce del prof. Nicola Decaro del Dipartimento di Medicina Veterinaria presso l’Università di Bari, e presidente dell’Associazione Italiana Infettivologi Veterinari, che in un articolo sul sito di FNOVI, afferma: “La maggiore preoccupazione che proviene dai visoni è, al momento, rappresentata dal possibile ruolo di amplificazione e di serbatoio che questi animali possono svolgere per quanto riguarda l’infezione dell’uomo. È necessario, pertanto, mantenere alta l’attenzione anche sul mondo animale attraverso una continua sorveglianza epidemiologica e molecolare negli animali”.