Mancano pochi giorni al referendum che potrebbe sancire l’uscita della Gran Bretagna dall’Unione europea, e cresce la discussione sulle possibili conseguenze della “brexit”. Tra queste, secondo una ricerca della Food Research Collaboration (Frc), la possibilità di una crisi di produzione alimentare. Più di un quarto della forza lavoro di produzione alimentare (26,9%) arriva dall’UE – dice lo studio riportato da Foodnavigator -e rappresentano il 6,1% della forza lavoro di tutta l’economia britannica. La brexit potrebbe cogliere molti di questi lavoratori con situazioni problematiche rispetto al loro diritto di rimanere nel Regno Unito. Inoltre, quasi il 40% di approvvigionamento alimentare totale del Regno Unito di frutta e verdura è fornito da parte dell’Ue, così come quasi il 55% del suo approvvigionamento di carni suine. Le importazioni alimentari potrebbero diventare più costoso se il paese decidesse di lasciare.
“Bisognera riconvertire ad agricoltura”
Lang, direttore del Centro per la politica alimentare presso la City University di Londra, e presidente della FRC, ha detto:”Se la gente vota per Brexit, ci sarà bisogno di un ‘Dig for Victory’ (riferimento alla riconversione di giardini e terreni incolti in orti durante la seconda guerra mondiale, ndr) su una scala senza precedenti. E questo non userà i lavoratori dell’Ue che attualmente allevano, zappano e producono così tanto cibo britannico “.
Il rapporto sostiene che l’industria alimentare dovrebbe essere al centro del dibattito Brexit, a causa della enorme impatto lasciando avrebbe sul settore e la sicurezza alimentare del Regno Unito. Lang ha detto: “Il referendum sarà un momento decisivo nella politica alimentare del Regno Unito, con enorme importanti implicazioni sia per i consumatori che per le imprese”.
Prezzi di cibo e bevante in aumento
E nonostante questo allarme molti piccoli produttori del settore agroalimentare in Gran Bretagna sostengono l’uscita dall’Euro, probabilmente contando sulla possibilità di aumentare le politiche protezionistiche. Intanto, subito dopo l’inizio della campagna per il referendum, a Londra i prezzi di cibo fresco e bevande sono aumentati per la caduta in borsa della sterlina rispetto all’euro e al dollaro.