A dargli torto è arrivata una sentenza della Corte di Cassazione, che ha respinto il ricorso di un dipendente Telecom che si era fatto dare illecitamente dal cliente una mancia di 30 euro per sostituire un modem guasto. L’uomo, licenziato dalla compagnia, si è difeso sostenendo che fosse stato violato il contratto collettivo nazionale, non essendo stata avviata un’istruttoria preventiva prima del licenziamento. Ma per la Cassazione il licenziamento senza preavviso era giustificato in un caso come questo.
Le motivazioni della Corte
Come scrive il Sole 24 ore, che riporta la notizia, per i giudici con il suo comportamento l’operaio aveva fatto venire meno il rapporto di fiducia con il suo datore di lavoro. Per questa ragione la possibilità di poter continuare a lavorare si sarebbe risolta in un pregiudizio per la società che non poteva più essere certa, in futuro, di poter contare su prestazioni svolte in maniera corretta. Oltre a questo l’accettazione da parte del dipendente di una somma di denaro non dovuta, di qualunque importo, danneggia l’immagine dell’azienda a prescindere dalle dimensioni di quest’ultima. E l’espulsione è proporzionale alla gravità del fatto.