In vacanza o al lavoro, col caldo torrido o temperato, d’estate inevitabilmente aumentano i consumi di acqua minerale. Del resto, l’Italia è il secondo paese al mondo per consumi di acqua in bottiglia, e il primo in Europa. E proprio per il florido mercato in questo settore (ogni italiano consuma in media oltre 200 litri di acqua minerale all’anno), i marchi si fanno una guerra spietata sui media per strappare clienti ai rivali. Le pubblicità magnificano ogni tipo di qualità e arrivano quasi a promettere miracoli.
Ma cosa c’è di vero in quello che dicono? Per rispondere a questa domanda, il Salvagente ha portato in laboratorio 25 marche di acqua con le bollicine, tra le più diffuse in Italia come Ferrarelle, Nestlé, San Benedetto, San Pellegrino, Uliveto e Lete, i cui risultati li trovate tutti nel nuovo numero in edicola e in digitale (acquista qui). Frizzante, effervescente, leggermente effervescente: un italiano su quattro la preferisce alla minerale liscia, ma spesso non sa bene cosa valutare oltre al gusto. Con il nostro test abbiamo voluto vederci più chiaro e così abbiamo cercato residui di metalli pesanti, pesticidi e nitrati.
Fortunatamente, per gli appassionati di acqua con le bollicine, nessuno dei campioni testati ha mostrato residui rilevabili di fitofarmaci, cadmio e piombo. Solo in un caso, i nitrati presenti sono risultati a un livello sicuramente entro i limiti di legge, ma oltre la soglia massima per le acque adatte all’infanzia.
A tal riguardo, Nicola Longo, professore di Urologia all’Università Federico II di Napoli, ci spiega: “La presenza di nitriti in elevate concentrazioni è in genere dovuta a contaminazione delle acque e può essere causa di metaemoglobinemia in età pediatrica. Inoltre, evidenze da studi pre-clinici dimostrano che elevati livelli di nitriti nelle acque alimentari possono contribuire a facilitare i processi di carcinogenesi, soprattutto a livello intestinale ed in particolare in caso di diete iperproteiche che aumentano i livelli intestinali di ammine nitrosabili”.
Il giudizio complessivo ha tenuto conto anche delle caratteristiche indicate in etichetta e di altri fattori che pur se non direttamente ricollegabili alla qualità del prodotto, pensiamo che finiscano con il condizionare le scelte di un consumatore: l’ergonomia della confezione, la chiarezza dell’etichetta e l’attenzione per l’impatto ambientale in fase di produzione e imbottigliamento. In questo servizio, raccontiamo anche il lato nascosto della produzione dell’acqua minerale, che le aziende del settore preferiscono non pubblicizzare, come gli stratosferici affari che fanno grazie alle concessioni di sfruttamento delle sorgenti a prezzi stracciati, l’impietosa comparazione con l’acqua potabile e il preoccupante impatto di microplastiche e plastica sull’inquinamento dell’ambiente e inevitabilmente sulla nostra salute.
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