Se non è fatto con latte animale, non può essere chiamato formaggio. A dirlo una recente sentenza di un tribunale tedesco secondo la quale non è conforme al diritto comunitario la dicitura “formaggio vegano”. Si tratterebbe – il condizionale è d’obbligo dal momento che l’azienda in questione, la Tofutown, farà ricorso in appello – di una pratica anticoncorrenziale. Un portavoce della Commissione europea sentito dalla testata online Foodnavigator ha dichiarato: “La denominazione ‘formaggio’ non può essere utilizzata per un prodotto che non è realmente fatto da latte di animali. Un prodotto vegan va commercializzato con un nome tale che non costituisca un danno per la reputazione dei prodotti lattiero caseari e non induca in errore i consumatori”.
Come chiamarlo allora?
Questi alimenti dovrebbero essere chiamati, stando alla legge, “alternative al formaggio”. Tuttavia questa dicitura – fanno sapere le aziende veg – sarebbe da intralcio nella vendita di questi cibi. E fanno l’esempio dei negozi online: i consumatori nella loro ricerca non digitano “alternative al formaggio” ma semplicemente “formaggio vegano” perché è questo quello che vogliono. “Se questo è vero, è altrettanto un dato di fatto che i consumatori oramai orientano le loro scelte verso marche che conoscono e di cui si fidano” conclude Malte Clasen, amministratore delegato di Wilmersburger che produce “alternative al formaggio”.