“Nessun accordo commerciale Ue potrà mai abbassare il nostro livello di tutela dei consumatori, di sicurezza alimentare, o dell’ambiente”, rassicura la commissaria europea al Commercio, Cecilia Malmström, dopo la tempesta di polemiche seguita alla pubblicazione di 240 pagine di documenti segreti del Tttip da parte di Greenpeace. Sarà pure “una tempesta in un bicchier d’acqua”, come sostiene Malmström, ma il risultato dell’allarme lanciato dagli ambientalisti sulla direzione presa dalla discussione sul trattato commerciale tra Unione Europea e Usa, è stato quello di spingere le istituzioni europee a mettere le mani avanti, chiarire, sbracciarsi per smorzare le preoccupazioni.
“Ancora tutto in ballo”
“Prima di tutto, e contrariamente a quanto molti sembrano credere, i cosiddetti “testi consolidati” in una trattativa commerciale non sono la stessa cosa che un risultato. Essi riflettono la posizione negoziale di ciascun lato, nient’altro” scrive la commissaria Ue sul suo blog nel sito della Commissione. Il riferimento è alle posizione “consolidate” diffuse da Greenpeace su temi quali, l’agroalimentare, i pesticidi e gli Ogm.
Mistero sul principio di precauzione
Nei casi in cui le posizioni dei due negoziatori sono molto simili, si può dedurre un sostanziale accordo, ed è su questo che Greenpeace ha mosso le sue principali preoccupazioni, come ad esempio l’assenza di menzione del principio di precauzione nei documenti, e lo spostamento verso una modalità di valutazione dei prodotti controversi da mettere in commercio “basata sui rischi”, come funziona in Usa (significa che Ogm e pesticidi, ad esempio, vengono messi in commercio anche in assenza di prove certe della loro “non dannosità”). Cecilia Malmström smentisce: “Prendete la nostra proposta sulla coerenza regolamentare, per esempio. La nostra ultima proposta – presentata durante il turno di febbraio e resa pubblica poco dopo, include riferimenti al principio di precauzione, e sottolinea le nostre procedure di consultazione pubblica consolidate che sono aperte a tutti gli interessati”.
“Industrie e consumatori sullo stesso piano”
Il commissario ne approfitta anche per rispondere alle accuse di avere un canale di conversazione privilegiato con le lobby industriali, come emerge dai ripetuti passaggi in cui i negoziatori Usa dichiarano di dover consultare prima “le industrie”. “L’industria dell’Ue non ha più accesso alle posizioni negoziali dell’Ue rispetto alle altre parti interessate. Prendiamo in considerazione le osservazioni da parte dell’industria, ma esattamente lo stesso vale per comunicazioni da parte di sindacati, associazioni dei consumatori o le organizzazioni sanitarie o ambientali”. E assicura, “Nelle zone in cui siamo troppo distanti in una negoziazione, semplicemente non sarà d’accordo”.
Perché tanto segreto sui negoziati?
E nonostante le carte svelate da Greenpeace mostrino in più punti un allentamento delle posizioni iniziali dell’Europa, la commissaria ribadisce: “Qualsiasi accordo commerciale UE può cambiare solo regolamento rendendolo più forte. Potremmo essere d’accordo con il partner su un aumento della sicurezza dei farmaci per esempio, ma mai per una legge più debole”. Non si capisce perché, se è davvero tutto così chiaro come dice Malmström e se i cittadini europei possono dormire sogni tranquilli, perché gli è vietato farlo con la luce accesa: quali le vere ragioni di tenere parlamentari, associazioni e cittadini comuni completamente allo scuro dei negoziati in atto, a parte generici riassunti pubblicati con mesi di ritardo. “Il fatto che i negoziati avvengano in segreto, con il divieto a portare fuori i documenti, lascia presupporre che ci sia qualcosa che non voglia essere disvelato – commenta William Di Cicco, uno dei legali della campagna Stop Ttip, che il 7 maggio ha convocato una manifestazione a Roma – questo è comprensibile per evitare allarmismi su alcune cose, ma per argomenti come quello alimentare e sanitario un confronto pubblico è doveroso“.
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