“È fondamentale tenere alta l’attenzione e la pressione in sede europea affinché si accorcino i tempi dell’autorizzazione all’utilizzo del glifosato – e da quello che sappiamo pare che la tendenza stia andando verso i sette anni invece dei 15 previsti inizialmente – ma intanto è importante iniziare a muoversi anche su fronti interni affinché le analisi per rintracciare il glifosato nelle acque potabili vengano fatte”. Queste le parole dell’onorevole Pd Ermete Realacci presidente della Commissione Ambiente della Camera che sta pensando a un’interrogazione parlamentare su questo tema.
Nessuno controlla
In Italia ad oggi nessuno monitora la presenza di glifosato o del suo metabolita Ampa nell’acqua potabile. E la situazione non migliora sul fronte delle acque di superficie visto che l’unica regione che cerca l’erbicida della discordia è la Lombardia. Quello che più preoccupa è la sicurezza dell’acqua che sgorga nei nostri rubinetti visto che le analisi del Test-Salvagente in due case hanno trovato positività superiori ai limiti. Ma né le Arpa regionali né le aziende che forniscono l’acqua ai cittadini controllano. Come hanno ribadito, ad esempio, da Aimag, la multiservizi che rifornisce buona parte del Modenese e che ha competenza anche per la località di Campogalliano, dove – a seguito delle nostre analisi – è stato trovato Ampa superiore ai limiti consentiti per legge, ovvero il metabolita del glifosato (sostanza che testimonia che quell’acqua è entrata in contatto con la molecola incriminata, ndr). Il decreto legislativo 31 del 2001, infatti, non obbliga le aziende di servizi idrici a cercare questa sostanza.
Fattori: “Serve l’impegno del governo”
Ecco, quindi, che al di là di quello che deciderà l’Europa sul rinnovo dell’autorizzazione all’uso del glifosato, è importante che anche l’Italia faccia qualcosa. Il Movimento 5 Stelle è già al lavoro con la senatrice Elena Fattori per preparare un’interrogazione affinché inizi questo iter che porti all’obbligo di analisi per cercare il glifosato nelle acque potabili. “Avrei voluto agire già in sede europea con un emendamento ma purtroppo è tardi”, ci spiega la senatrice Fattori, che aggiunge: “Si sarebbe potuto fare fino a venti giorni fa, ma allora sembrava che la direzione che si stava per prendere fosse quella di non autorizzare più il glifosato”
La parlamentare 5 stelle è pronta a muoversi su ogni fronte legislativo per ridurre il più possibile i danni che questa sostanza rischia di provocare alla salute umana. “È importante ottenere un impegno da parte del governo nel momento in cui arriverà la legge di delegazione europea”, conclude la Fattori, e cioè il momento in cui anche il nostro paese recepirà la decisione presa dalla Ue.