Le autorità tedesche hanno ritirato la licenza al Laboratory of Pharmacology and Toxicology di Amburgo che la scorsa settimana è stato accusato di aver manipolato i dati di tossicità sul glifosato. A darne notizia è il Bfr tedesco, l’Istituto federale per la valutazione del rischio, sottolineando che non è direttamente coinvolto nella vicenda ma di seguire attentamente gli esiti dell’indagine da parte dell’autorità .
L’accusa che pesa sul laboratorio è quella di aver violato le “norme di buona pratica” e questo ha inciso sulla qualità degli studi clinici, alcuni dei quali utilizzati per la valutazione del glifosato. In particolare sono 24 su 900 gli studi LPT entrati nell’ambito di un processo di valutazione europea. Il focus degli studi LPT era principalmente sulle indagini sugli effetti acuti e sui test sull’irritazione della pelle e degli occhi. “Gli effetti sulla salute studiati da LPT e da altri hanno portato, ad esempio, alla classificazione del principio attivo come “irritante per gli occhi” ha spiegato in una nota il Bfr sottolineando che il laboratorio di Amburgo non ha condotto test sulla tossicità a lungo termine del glifosato che sono la base essenziale per la valutazione della carcinogenesi.
“Tre dei 24 studi si sono occupati di mutagenicità . In questi tre studi, non sono state identificate indicazioni di mutagenicità . Questi studi sono stati valutati congiuntamente a molti altri studi da fonti diverse. La valutazione di tutti gli studi nel processo europeo ha comportato la non classificazione del glifosato come mutageno” aggiunge il Bfr concludendo che alla base di queste considerazioni “non vede alcun motivo per mettere in discussione la valutazione complessiva del glifosato”.