Il primo gennaio 2018 il mercato elettrico tutelato smetterà di funzionare e oltre 20 milioni di utenti domestici e 4 milioni di titolari dei partita Iva rischiano di essere dirottati verso una tariffa che prevede prezzi più alti del 15-20% rispetto alle tariffe oggi regolate dall’Autorità per l’energia (Aeegsi).
Senza correttivi per rendere competitivo il superamento del mercato tutelato, “si determinerà una situazione di sostanziale monopolio dei clienti domestici in cui l’Enel peserà per circa il 74%”, scrive il senatore Massimo Mucchetti del Pd nella relazione illustrativa all’emendamento che ha presentato al ddl Concorrenza. Nel disegno di legge, fermo ancora in commissione Industria al Senato di cui Mucchetti è il presidente, il governo ha scritto nero su bianco la fine del mercato tutelato nell’elettricità a partire dal primo gennaio 2018. Peccato però che non abbia previsto meccanismo concorrenziali che possano evitare la creazione di posizioni dominanti a scapito dei consumatori. Che nei fatti si tradurrebbe in un “favore all’Enel” come l’ha definito nel suo blog il senatore del Pd.
Doppio rischio
I lavori in commissione Industria sono fermi e dovrebbero riprendere nelle prossime settimane quando, si spera, ci sia un ministro dello Sviluppo economico in carica e soprattutto una disponibilità del governo a rivedere nel complesso una legge che, non piace a chi vuole la concorrenza, ma ben vista da ex e neo monopolisti .
Ma cerchiamo di capire più da vicino in cosa consiste la modifica presentata al ddl Concorrenza. “L’emendamento proposto – spiega Mucchetti – affida all’Aeegsi il compito di indire gare a livello regionale per assegnare ad una pluralità di venditori la fornitura dei clienti domestici”, oggi nella maggiore tutela.
Come funziona oggi il mercato elettrico? Oggi esistono due tipi di tariffa: quella della maggiore tutela (i prezzi sono “amministrati” ogni tre mesi dall’Authority e l’elettricità viene comprata alle migliori condizioni dall’Acquirente Unico) e quella del mercato libero (ogni fornitore fissa il prezzo e le condizioni commerciali con il cliente). Dal 2007 ad oggi con la liberalizzazione del mercato, ogni consumatore può scegliersi il suo fornitore elettrico. Tuttavia, come certificato più volte dall’Autorità per l’energia, fino ad oggi le tariffe “libere” sono più care del 15-20% rispetto a quelle “tutelate”. Dal 1°gennaio 2018, nonostante il mercato elettrico non abbia dimostrato di saper garantire “da solo” ai consumatori prezzi competitivi, scatterà l’abolizione della “maggiore tutela”. Il risultato? Oltre 24 milioni di italiani rischiano di pagare di più e, senza correttivi, il mercato non si renderà più competitivo visto che gli utenti resteranno clienti del loro fornitore che però applicherà prezzi liberi, quindi – almeno ad oggi – più alti.
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Chi ne verrà avvantaggiato? “Considerato che – scrive Mucchetti nella relazione illustrativa – ben l’87% del mercato di maggiore tutela è servito dall’Enel, si determinerebbe una situazione di sostanziale monopolio del mercato dei clienti domestici in cui l’Enel, tenendo conto anche delle attuali quote di mercato libero, peserebbe complessivamente per circa il 74%”.
Gare regionali e tetto antitrust
Ma cosa prevede l’emendamento Mucchetti-Lanziallotta? Un sistema concorrenziale di aggiudicazione degli utenti evitando così automatismi che creano posizioni dominanti. E quindi, usando le parole del senatore, di “mettere a gara su base regionale, e con un tetto antitrust del 50%, questo gigantesco bacino di utenza sulla base di un prezzo composto da una parte fissa (i costi commerciali e le attese di profitto del pretendente) e da una parte variabile (i costi di approvvigionamento dell’energia elettrica pari alla media della Borsa elettrica per fasce orarie nei tre mesi precedenti)”.
Un fronte unico tra consumatori e fornitori
Il governo recepirà queste modifiche? Lo auspica Alessandro Notargiovanni responsabile Energia di Federconsumatori: “Siamo nettamente contrari all’abolizione della maggiore tutela. Ma qualora dovesse avvenire, che almeno venga approvato l’emendamento Mucchetti, onde evitare un trasferimento coatto degli utenti da un monopolio pubblico a uno privato. Chiediamo per tanto che prima del gennaio 2018 gli utenti del mercato tutelato vengano, attraverso delle gare competitive, assegnati al miglior fornitore, senza dover transitare nel ‘purgatorio’ del servizio di salvaguardia”.
Garantire la concorrenza è anche la richiesta di gran parte dei fornitori che chiedono l’apertura di procedure competitive, senza automatismi che rischiano di fotografare le attuali posizioni dominanti di mercato.
“Sarà fondamentale – spiega Pietro Saulli, presidente e amministratore delegato di Green Network – garantire la competitività, evitando con tutti i mezzi situazioni di oligopolio come quella che attualmente caratterizza il mercato. Il processo di liberalizzazione dovrà pertanto coinvolgere una platea sufficientemente ampia di operatori (riteniamo dovranno essere circa 50, con sufficienti masse critiche di clienti) e si dovrà assicurare il rispetto delle norme primarie di settore, come ad esempio quelle in materia di brand unbundling (ad oggi non soddisfatte nella pratica da alcuni operatori verticalmente integrati). Obiettivo primario dovrà essere quello di conferire così reale efficacia al mercato, permettendo agli operatori di migliorare ulteriormente i servizi erogati ai clienti, soprattutto in termini di capacità di offerta e quindi di opportunità di risparmio per gli stessi consumatori”.