Videogames, la Cina impone limiti orari per i minorenni

La ludopatia è un problema sempre più diffuso tra i giovani, che passano troppe ore chiusi un camera a giocare ai videogames. Solo pochi giorni fa, un giovane è stato trovato morto dal padre in Thailandia dopo una sessione lunghissima di gioco. Per questo il governo cinese ha reso pubbliche nuove regole volte a frenare la dipendenza da videogiochi tra i giovani, un problema che gli alti funzionari ritengono sia la causa di un aumento della miopia e della scarsa prestazione accademica in un’ampia fascia della società. Come riporta il New York Times, il regolamento, annunciato dalla National Press and Publication Administration, vieta agli utenti di età inferiore ai 18 anni di giocare tra le 22:00. e le 8 non sono autorizzati a giocare più di 90 minuti nei giorni feriali e tre ore nei fine settimana e nei giorni festivi. Inoltre, per le componenti aggiuntive a pagamento, come armi e costumi virtuali non si deve spendere più del corrispettivo di 57 dollari al mese.

La difficoltà dei controlli

L’industria del gioco online cinese genera oltre 33 miliardi di entrate annue e attira centinaia di milioni di utenti. Nonostante il regime cinese abbia ampie manovre di controllo, che in una democrazia occidentale sono impensabili, le regole sono state salutate scetticamente da alcuni genitori e giocatori cinesi. Scrive il Nyt: “Yang Bingben, 35 anni, proprietario di una società di tecnologia industriale nella Cina orientale, ha affermato di essere preoccupato che molti bambini troveranno comunque dei modi per giocare ai videogiochi. Ad esempio, ha osservato che suo figlio di 7 anni gioca spesso a videogames che non richiedono una connessione a Internet, dunque difficili da limitare”. Bingben ha dato un consiglio interessante: “Dobbiamo sviluppare nuove cose per sostituire i giochi. Le nostre menti dovrebbero concentrarsi sulla costruzione di più stadi, campi da calcio e da basket”.