E’ di ieri la notizia della morte di un bimbo di due anni a Catania perché dimenticato in auto dal papà. Una morte che si sarebbe potuta evitare se il decreto attuativo previsto dalla legge 117/2018 – entrata in vigore lo scorso 1° luglio – avesse passato il vaglio della Commissione europea.
Purtroppo, però, quel provvedimento messo a punto dal ministero dei Trasporti – dopo vari slittamenti – è stato definitivamente bocciato dal Tris, il sistema di informazione sulle regolamentazioni tecniche della Commissione europea.
Come scrive questa mattina Il Sole 24 Ore, il Tris ha deciso che il decreto attuativo è tutto da riscrivere. La normativa nazionale per migliorare la sicurezza deve essere compatibile con la legislazione europea e con le regole del mercato interno. Il Tris ha segnalato che i prodotti devono essere compatibili con sistemi omologati, dunque con seggiolini per bambini già “approvati”. E devono essere in linea con la normativa di compatibilità elettromagnetica, perché ricevono ed emettono onde radio quando funzionano. Deve essere poi consentita la libera circolazione dei prodotti negli Stati membri.
Per la Commissione il testo proposto dal ministero delle Infrastrutture italiano non forniva prove della proporzionalità della misura adottata (compresa la valutazione d’impatto), con l’obiettivo di proteggere la vita dei bambini. Dunque le caratteristiche tecniche individuate non sarebbero state proporzionate al rischio. Ora l’Italia ha di fronte due opzioni: può riscrivere il decreto e rimandarlo al Tris o adottare il testo bocciato. In questo caso però la Commissione potrebbe decidere di avviare un procedimento di infrazione nei confronti dell’Italia.
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