“I risarcimenti devono essere integrali per i risparmiatori truffati. Nessuna elemosina sarà accettata“, manda a dire Elio Lannutti presidente di Adusbef al premier Renzi che in mattinata durante la conferenza stampa di fine anno aveva dichiarato: “Chi ha subito dei danni, chi è stato truffato deve sapere che lo Stato è dalla sua parte. Deve sapere che noi faremo di tutto perché possa riavere indietro i suoi soldi”. Dalla loro i consumatori non fanno sconti e promettono battaglia. “Metteremo in campo tutte le iniziative giuridiche e legali per contrastare un esproprio criminale del risparmio” rilancia al Test Lannutti.
“Gli istituti italiani più solidi dei tedeschi”
In mattinata il premier rispondendo alle domande dei giornalisti ha tenuto a sottolinerare che “in Italia il sistema bancario è solido, anzi è uno dei più solidi d’Europa, tanto è vero che la prima banca italiana vale sul mercato il doppio della prima banca tedesca: io non cambierei il sistema bancario italiano nemmeno dietro pagamento con quello tedesco. E non cambio le banche italiane con quelle di altri paesi”. E a chi gli ricorda che un problema c’è stato con le banche nel nostro paese il presidente del Consiglio risponde: “La verità è che in Italia ci sono troppe banche, persino quelle di paese ed è ovvio che banche così piccole non possano farcela a resistere in un sistema bancario vasto come quello europeo, con la concorrenza di tante grandi banche”.
Replica Rosario Trefiletti, presidente di Federconsumatori: “Il sistema bancario non è solido affatto e c’è un sistema di controllo che fa acqua da tutte le parti. Noi non riteniamo sufficiente l’operazione Anac e arbitrato perchè i risparmiatori devono recuperare tutto. E non ci piace nemmeno il metodo: come possono 2/3 persone decidere da sole se uno è stato raggirato o meno? Ci deve essere un rappresentante dei risparmiatori e comunque i risparmiatori devono essere risarciti in toto”.
Scarsa trasparenza
Il livello del risparmio privato italiano ha pochi paragoni in Europa – ha ricordato Renzi – ma c’è da aggiungere che esiste nell’italiano medio una lacuna riguardante le regole della finanza che andrebbe colmata: è necessaria un’educazione finanziaria più forte per essere nella condizione di non subire danni dalle operazioni finanziarie. Ma non può essere colpa semplicemente dell’ignoranza” dei cittadini. Sul punto il premier ha precisato: “La verità dei fatti anzitutto impone di dire che non c’è rischio sistemico per le banche italiane; esiste però un grande tema di trasparenza”.
“Meno fogli più chiarezza”
Uno dei problemi emersi dal crac delle 4 banche è rappresentato proprio dal fatto che allo sportello non c’è chiarezza per il risparmiatore: documenti lunghissimi difficilmente comprensibili rendono impossibile spesso comprendere che si tratta di un investimento a rischio. Invece le banche – questo propone il presidente Renzi – dovrebbero sintentizzare su un solo foglio tre punti scritti in modo molto chiaro, in cui si capisca che si sta facendo un investimento rischioso e si apponga un’unica firma. “Chiunque – dice Renzi – deve poter sapere cosa veramente accade ai suoi soldi”, tutti devono essere in condizione di conoscere gli eventuali danni e calcolarli in partenza. La conclusione di Renzi è che il nostro sistema bancario comunque è in grado di affrontare qualsiasi emergenza, è in grado reggere a qualsiasi contraccolpo e che la vicenda delle 4 banche è molto più circoscritta di quello che si vuol far credere. E alla domanda se si possono correre rischi con altre banche la risposta è un netto “No. Ne sono certo”.
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