TeatroNaturale: “Più multe farà la Repressione frodi più guadagneranno i dirigenti”

CASELLI FALSO EXTRAVERGINE CORICELLI

Lo stipendio di dirigenti e ispettori della Repressione frodi aumenterà tante più multe faranno. È questo lo scoop di Teatro Naturale che scova la decisioni tra le pieghe dell’ultima legge di bilancio. Una parte dei fondi delle sanzioni amministrative, anche contestate da altri organi di controllo e dalla polizia giudiziaria, andrà all’incremento dei fondi per la contrattazione integrativa del personale dell’Icqrf. Il limite di aumento annuo dello stipendio, stabilito per legge, è il 15% della componente variabile della retribuzione accessoria legata alla produttività, tale limite verrà comunque stabilito con decreto del Ministro delle politiche agricole alimentari, forestali e del turismo, di concerto con il Ministro dell’economia e delle finanze.

Nell’ultima legge di bilancio infatti si legge:

All’articolo 26 del decreto legislativo 15 dicembre 2017, n. 231, sono aggiunti, in fine, i seguenti commi:
“3-bis. Il pagamento delle somme dovute per le sanzioni amministrative pecuniarie previste dal presente decreto è effettuato presso le tesorerie dello Stato territorialmente competenti e versato su apposito capitolo del capo XVII dello stato di previsione dell’entrata del bilancio dello Stato.
3-ter. I proventi derivanti dal pagamento delle sanzioni amministrative pecuniarie affluiti sul predetto capitolo dell’entrata del bilancio dello Stato sono riassegnati ad apposito capitolo dello stato di previsione del Ministero delle politiche agricole alimentari, forestali e del turismo, per essere destinati alle spese di funzionamento nonché all’incremento dei fondi per la contrattazione integrativa dell’Ispettorato centrale della tutela della qualità e della repressione frodi dei prodotti agroalimentari, anche allo scopo di valorizzare l’apporto del personale dirigenziale e non dirigenziale al potenziamento dell’efficacia e dell’efficienza dell’azione dell’Ispettorato medesimo. La misura della quota annua destinata all’incremento dei fondi per la contrattazione integrativa è definita con decreto del Ministro delle politiche agricole alimentari, forestali e del turismo, di concerto con il Ministro dell’economia e delle finanze, e non può essere superiore al 15 per cento della componente variabile della retribuzione accessoria legata alla produttività in godimento da parte del predetto personale, secondo criteri da definire mediante la contrattazione collettiva integrativa.
3-quater. Il Ministro dell’economia e delle finanze è autorizzato ad apportare, con propri decreti, le occorrenti variazioni di bilancio”.

Già precedentemente una parte dei proventi delle sanzioni amministrative andava alla Repressione frodi per iniziative di formazione. Oggi, però, tale quota viene assegnata direttamente agli stipendi.

Attribuzioni

La Repressione frodi è autorità di controllo amministrativo per il comparto agroalimentare. Tra i suoi compiti a livello nazionale ci sono:
– prevenzione e repressione delle frodi nel commercio dei prodotti agroalimentari e dei mezzi tecnici di produzione per l’agricoltura;
– vigilanza sulle produzioni di qualità registrata (DOP, IGP, Bio, …);
– contrasto dell’irregolare commercializzazione dei prodotti agroalimentari introdotti da Stati membri o Paesi terzi e i fenomeni fraudolenti che generano situazioni di concorrenza sleale tra gli operatori e sanzioni per il corretto funzionamento degli accordi interprofessionali.

Gli ispettori della Repressione frodi dunque possono verificare e controllare le aziende agroalimentare e contestare violazioni amministrative, elevando sanzioni. In base all’articolo 26 del decreto legislativo 15 dicembre 2017, n. 231, all’Icqrf spetta anche il compito di irrogare le sanzioni elevate sulla base del regolamento comunitario 1169/2011. Ovvero una volta ricevuto il verbale di contestazione, spetta proprio all’Icqrf esaminare le eventuali controdeduzioni dell’azienda e decidere se irrogare o meno la sanzione. Si tratta di un ruolo giudicante di primo livello che, fino all’emanazione del decreto legislativo in questione, competeva alle Regioni.

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Quindi la Repressione frodi ha un duplice ruolo in commedia: quello di controllo e quello giudicante.

La diffida e il margine di discrezionalità

Il decreto legge 24 giugno 2014, n. 91, poi convertito in legge, ha istituito la diffida. Con questa norma è prevista la generale estensione, per tutte le violazioni alla normativa agroalimentare che prevedono la sola sanzione pecuniaria, dell’istituto della diffida, purché le predette violazioni siano di lieve entità e sanabili. In tali casi l’organo di controllo diffida il soggetto interessato ad adempiere alle prescrizioni violate entro un termine di venti giorni dalla data di ricezione dell’atto di diffida e ad elidere le conseguenze dannose o pericolose dell’illecito amministrativo. Il margine di discrezionalità dell’organo di controllo sta proprio nel valutare la “lieve entità” e la “sanabilità”.

Nella circolare della stessa Icqrf del 2 luglio 2014, a proposito della “lieve entità” viene indicato che “nel concetto di lieve entità” rientrano “le violazioni di carattere formale, che non determinano effetti economici di particolare rilevanza”. E anche che “nei casi più complessi occorrerà un’analisi più approfondita relativa alla singola fattispecie.” Per quanto riguarda la sanabilità si afferma che “la sua concreta applicazione resta comunque legata ad una valutazione che dovrà necessariamente essere fatta caso per caso, con riguardo alle circostanze che caratterizzano il fatto illecito accertato e soprattutto all’effettiva possibilità di regolarizzare l’infrazione commessa”. E’ quindi evidente l’elevato grado di discrezionalità previsto dalla norma e dalla circolare dell’Icqrf.

Le conclusioni

Abbiamo quindi un organo dello Stato, l’Icqrf, che, almeno per quanto riguarda il Regolamento 1169/2011, legge comunitaria che riguarda l’etichettatura di tutti i prodotti alimentari, può eseguire accertamenti e contestare sanzioni. Lo stesso Icqrf, una volta ricevuto i verbali, decide sulla irrogazione effettiva della sanzione oppure sull’utilizzo della diffida, con ampio margine di discrezionalità. Infine il personale dell’Icqrf beneficerà di una parte dei proventi delle sanzioni, che serviranno all’aumento del proprio stipendio.

Un simile combinato disposto rischia di generare sfiducia nei confronti degli organi dello Stato, visti come esattori e non come tutori della legalità. Diventerà legittimo, da parte dell’azienda agricola o alimentare, pensare che lo zelo nei controlli da parte del funzionario dell’Icqrf non sia frutto di professionalità e senso del dovere, ma di semplice interesse privato.

Appare quindi evidente che il combinato disposto della normativa crea un enorme conflitto di interessi che, ne siamo sicuri, interesserà i tribunali italiani.