Gli adolescenti italiani che soffrono di disturbi alimentari, tra cui anoressia e bulimia, sono circa due milioni. Un numero preoccupante, e come se non bastasse l’età media si abbassa sempre di più: il malessere inizia a fare il suo esordio già a 11 anni e in alcuni casi, secondo i pediatri, addirittura in bambine di soli 8 anni.
Il disagio che viene dal desiderio di perfezione
L’allarma, lanciato dal Gruppo INI-Istituto Neurotraumatologico Italiano, è riportato all’Ansa fa Annalisa Venditti, psicologa esperta dei disturbi del comportamento alimentare: “L’età di esordio più frequente per anoressia e bulimia è tra i 15 e i 25 anni, anche se sono appunto in aumento i casi dagli 11/12 anni. Rifiuto del cibo o, al contrario, grandi abbuffate restano i problemi più frequenti, ma ad essere in aumento è anche la risposta maschile della vigoressia, ovvero l’ossessione di un fisico prestante. La causa? Un profondo disagio personale che trasforma la voglia di essere magri e ‘belli’ in una patologia, aggravata dall’utilizzo dei social, che facilitano confronti con modelli di bellezza irraggiungibili”. Sono in aumento le forme miste, in cui si passa dall’anoressia nervosa alla bulimia nelle diverse fasi della vita, e il disturbo da alimentazione incontrollata (binge eating disorder): circa il 30% degli obesi si stima essere affetto da questo disturbo. Secondo l’esperta, i disturbi alimentari “colpiscono più le donne, l’esordio è più frequente nell’adolescenza ma l’età si sta abbassando, già con l’ingresso nella scuola media”.
La vigoressia
Negli ultimi anni ha assunto un certo rilievo la vigoressia, o anoressia reversa, “è una forma di dismorfismo corporeo che porta la persona ad una continua ossessione per il tono muscolare, l’allenamento, una dieta ipocalorica e iperproteica, a cui spesso si aggiunge l’uso di sostanze illegali per raggiungere tale obiettivo”, spiega Venditti, che segnala i campanelli d’allarme: “Un improvviso controllo estremo del cibo con paura di ingrassare, difficoltà a mangiare con gli altri, bassa autostima, attività fisica eccessiva, scomparsa di grandi quantità di cibo e ritrovamento di cibo in posti anomali come camera da letto o armadi, rituali alimentari particolari, estrema selettività alimentare”.
Uscirne fuori
Alla base di questi disturbi ci sono spesso disagio e insicurezza: “Bisogna, quindi, imparare a mangiare in modo consapevole, tornare a riconoscere i segnali di fame e sazietà , non imporsi divieti e lavorare sui fattori cognitivi ed emotivi – conclude la psicologa – per comprendere quali sono i reali motivi che hanno portato ai disturbi alimentari” conclude l’esperta.