La diossina è uno dei più potenti cancerogeni. Entra nel corpo umano al 98% tramite l’alimentazione. Il restante 2% entra nell’organismo tramite inalazione o contatto dermico. Poiché l’alimentazione è la principale porta d’ingresso per la micidiale diossina occorre porre la massima attenzione alla contaminazione della catena alimentare. E occorre quindi tenere il più lontano possibile la diossina dalla nostra alimentazione. Come? Limitando al massimo le emissioni e le ricadute sui terreni. L’obiettivo di ogni governo responsabile dovrebbe essere pertanto quello di fissare i limiti più bassi possibili per la diossina ai camini e nei terreni destinati a usi agricoli.
L’Efsa abbassa i limiti, il governo li alza
Oggi questo obiettivo diventa ancora più urgente e prioritario in quanto l’Autorità europea per la sicurezza alimentare (Efsa) a novembre ha lanciato un nuovo allarme diossina. L’Efsa ci dice che abbiamo mangiato troppa diossina in tutti questi anni. Dovremmo ridurla di almeno sette volte. Se prima la dose tollerabile settimanale era fino a 14 picogrammi per chilo di peso corporeo, ora bisogna scendere sotto i 2 picogrammi per chilo di peso corporeo. La questione riguarda tutti, ma in particolare modo i bambini.
È una cosa importantissima per la salute pubblica: ma avete sentito qualche ministro discuterne o fare comunicati? Quando si parla di picogrammi si fa riferimento a un’unità di misura che è mille volte più piccola del nanogrammo. Un nanogrammo è un miliardesimo di grammo. Già questo ci dà un’idea di quanto sia pericolosa la diossina e di quanta cautela occorrerebbe avere nel considerare “legali” i fanghi con concentrazioni di diossina fino a 25 nanogrammi per chilo di fango da usare come concime.
Oltre i 10 pg la terra va bonificata
Se si considera che oltre i 10 nanogrammi di diossina per chilo di terra quel terreno andrebbe bonificato, allora è chiaro che qualcosa non torna nella scelta del governo di consentire lo spandimento di fanghi sui terreni con concentrazioni di diossina fino a 2,5 volte superiori ai limiti di legge. Un buon governo dovrebbe difendere la terra. E, dopo la decisione dell’Efsa di abbassare di sette volte la dose tollerabile settimanale, ci aspetteremmo un provvedimento del governo italiano volto ad abbassare il limite attuale della diossina nei terreni. E invece no: consente fanghi che ne possono aumentare la concentrazione, peggiorando la contaminazione da diossina.
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Quello che finisce sulla terra rischia di finire sulle nostre tavole. PeaceLink ha più volte chiesto al ministro dell’Ambiente Sergio Cosa di abbassare il limite massimo di diossina nei terreni. Ma il ministro non ha mai risposto. Vorrei approfittare di questo articolo per ribadire la richiesta al ministro. Il limite attualmente in vigore in Italia per i terreni di pascolo è di 10 ng/kg. E’ un limite talmente elevato che a Taranto le pecore e le capre si sono contaminate con valori di gran lunga inferiori. Questa evidenza scientifica avrebbe dovuto spingere il ministro Costa e il governo intero ad una riflessione, anche perché il ministro Di Maio dice di aver letto 23mila pagine sull’Ilva. Il problema da comprendere e che è inutile fare la battaglia agli inceneritori se poi non si fissano dei severi limiti di legge sui terreni attorno agli inceneritori. Il concetto è semplice da comprendere. Ma se si fissano limiti più severi sui terreni per la diossina dovrebbero partire imponenti bonifiche dei terreni in tutt’Italia. E se si fissassero limiti rigorosi sui terreni, allora diventerebbe un problema spandere i fanghi contaminati da diossina. E’ chiaro allora dove sta la ragione dei silenzi?
Il governo ha un problema enorme con la diossina
Questo governo ha purtroppo un grosso problema con la diossina. Ha ad esempio consentito all’Ilva di continuare a produrre pur avendo un impatto ambientale, per quanto riguarda la diossina, pari a 400 inceneritori: a Taranto vi è più diossina di tutti gli inceneritori italiani messi assieme. Per 20 chilometri dall’Ilva non si può fare pascolo libero si terreni incolti: perché c’è diossina. Perché anche se si bonificasse poi le pecore e le capre si contaminerebbero nuovamente. Il governo su questo sta zitto e tacendo concede anche in regalo una prosecuzione dell’immunità penale ai gestori di uno stabilimento così impattante.
Istituite un marchio “dioxin-free”
Questo governo potrebbe istituire il marchio “dioxin-free” avviando un massiccio controllo sulle filiere alimentari a rischio e richiamando l’attenzione dei consumatori su prodotti analizzati e controllati, istituendo criteri di premialità e di qualità. Ma questo governo ha un problema con la verità e quindi anche con la diossina. E ha spacciato la falsa idea che spandere fanghi con la diossina sia una cosa positiva e accettabile. I consumatori potrebbero voler scegliere anche di non comprare i prodotti della terra concimati con quei fanghi: ma come fanno? Perché non istituire un bollino marrone? Caro ministro Costa, faccia mettere un bollino marrone sopra i prodotti della terra concimati con i fanghi tanto contestati. Ognuno sarà libero di comprare o no. Sarebbe un grande passo in avanti per il diritto di scelta dei consumatori.