Fanghi tossici, gli enti locali dicono “no allo spargimento nei campi”

Dalla Basilicata alla Lombardia si moltiplicano le iniziative degli enti locali contro l’uso dei fanghi di depurazione. Con la conversione in legge del decreto Genova, sono entrati in vigore i nuovi limiti per Ipa (Idrocarburi policiclici aromatici), Pcb, diossina e metalli pesanti nei fanghi di depurazione: solo per gli Ipa la soglia tollerata passa da 50 ml per kg a ben 1.000 ml per kg sul tal quale e non più sulla parte secca il che rappresenta un effetto moltiplicatore per questi inquinanti. Un vero e propria minaccia alla sicurezza alimentare del made in Italy come raccontiamo nel nuovo numero in edicola quello contenuto nel decreto nato sulla tragedia del crollo del ponte Morandi.

Per aderire alla petizione basta cliccare qui

Per fermare l’uso dei fanghi tossici, il Salvagente ha lanciato una petizione su change.org (PER FIRMARE BASTA CLICCARE QUI) e anche diversi enti locali lungo lo Stivale si stanno mobilitando contro la decisione del governo di liberalizzare i limiti di alcuni inquinanti tossici nei fanghi usati come fertilizzanti.

Lombardia: in 62 comuni scatta il divieto

Partiamo dalla Lombardia. Un po’ a sorpresa la regione – che aveva per prima aumentato a 1.000 i limiti sugli Ipa nei fanghi di depurazione, salvo la bocciatura del Tar nel giugno scorso – ha vietato l’uso dei fanghi di depurazione per l’anno 2018/19 in 170 comuni pari al 22% della superficie del territorio regionale. In 62 comuni, in larga parte in provincia di Brescia, l’ordinanza è già partita.

“Si tratta di una iniziativa che conferma il cambio di passo deciso da parte della Regione Lombardia in difesa del nostro territorio, della nostra agricoltura e dei nostri prodotti agroalimentari – ha spiegato Fabio Rolfi, assessore regionale all’Agricoltura, Alimentazione e Sistemi verdi -. Dove c’è concime animale a sufficienza non sarà più possibile spandere fanghi in Lombardia. I fanghi di uso civile non hanno nulla in più rispetto al letame delle nostre stalle, che è già più che sufficiente per concimare e arricchire i nostri terreni e devono essere considerati come integrativi e non sostitutivi della materia organica”.

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Basilicata: “Ogni azione per vietare l’uso dei fanghi”

Cambiamo regione, cambia il colore della giunta, ma resta il niet all’uso dei fanghi tossici in agricoltura. Il consiglio regionale della Basilicata ha votato due giorni fa un ordine del giorno per chiedere che non vengano usati sui terreni lucani i famigerati fanghi. “La contrarietà della Basilicata all’art.41 del decreto Genova è netta e ci batteremo in ogni sede per preservare i nostri campi e il nostro territorio”, ha spiegato l’assessore alle Politiche Agricole e Forestali, Luca Braia. “Come da invito contenuto nell’ordine del giorno – ha aggiunto – studieremo e metteremo in campo ogni azione per vietare l’applicazione in Basilicata di questa scellerata scelta del governo, facendo fronte comune con altre regioni“.

“La nostra agricoltura di Basilicata – ha concluso l’assessore Luca Braia – continuerà a utilizzare esclusivamente metodi di concimazione naturali e comunque fertilizzanti minerali, così come previsto dal programma di azione regionale per la tutela delle acque da inquinamento da nitrati di origine agricola nelle aree vulnerabili e nelle linee guida per le aree non vulnerabili, di prossima emanazione”.