“Mi è preso un colpo quando ho letto il resoconto dell’addebito” così inizia una lettera che la signora Valeria Migliorelli scrive al Salvagente, lamentando un comportamento scorretto da parte del popolare sito di secondary ticketing, presso cui stava comprando dei biglietti per un concerto. Il Salvagente ha verificato, con i mezzi a disposizione, se effettivamente Viagogo (già multato in passato dall’Antitust per pratiche commerciali scorrette) non gioca pulito con i suoi clienti, scoprendo qualcosa di interessante. Innanzi tutto, però, riportiamo la testimonianza di Valeria. “Stavo navigando sul sito de L’Arena di Verona, ho visto la pubblicità del concerto di Claudio Baglioni a Milano e ci ho cliccato sopra, mi sono ritrovato dentro il sito di Viagogo. Ho seguito il percorso per comprare 4 biglietti e fino all’altimo mi indicava un costo di 121 euro, ma quando ho effettuato il pagamento, mi sono trovata un addebito di 665,93 euro di addebito”. A Valeria, com’è comprensibile, è venuto un colpo, e ha scritto a Viagogo che ha risposto: “Purtroppo non siamo in grado di offrire un rimborso o uno scambio per i tuoi biglietti. Se non puoi utilizzare i biglietti acquistati e c’è ancora tempo prima della data dell’evento, la migliore soluzione che posso offrirti è quella di rivenderli” senza costi di commissione. La nostra lettrice non si fida e sporge denuncia ai Carabinieri, chiedendo anche alla sua banca di bloccare il pagamento, cosa non possibile.
La verifica del Salvagente
Il Salvagente non può sapere com’è andata veramente la storia di Valeria, se in effetti è stata lei superficiale e se davvero il prezzo sia lievitato improvvisamente a più di 5 volte l’importo originario, però possiamo ripercorrere la procedura della nostra lettura per verificare con i nostri occhi, ed è quello che abbiamo fatto. Tentando di comprare 4 biglietti per il concerto del 27 ottobre di Baglioni a Milano. Il costo del biglietto per l’anello superiore è di 86 euro. Dunque, quattro biglietti corrispondono a 344 euro. Cliccando per acquistare, effettivamente la schermata successiva avverte che il prezzo non include Iva, costi di prenotazione e spese di spedizione. Ma, va detto, è scritto molto piccolo e sotto un orologio ansiogeno che conta alla rovescia la manciata di minuti a disposizione per prenotare (meno di 7). Inoltre, andando avanti con la prenotazione, fino a dopo che si seleziona il tipo di pagamento – per altre tre schermate dunque – l’unica cifra che l’acquirente vede è quella iniziale di 344 euro. Solo all’ultimo passaggio, quando bisogna inserire i dati della carta di credito è dare l’ok per l’acquisto, l‘importo mostrato cambia: non più 344 euro ma 483 euro. Ben il 40% in più che appare improvvisamente un attimo prima che il consumatore, mosso da fretta per lasciar scadere l’offerta, acquisti i biglietti.
Un caso per l’Antitrust?
Non sappiamo se giudicare se Viagogo sia semplicemente furbo nell’impostazione grafica delle sue vendite, ma entro i limiti di legge, o se ci siano gli estremi per una nuova batosta dell’Antitrust, cui abbiamo consigliato di rivolgersi alla signora Valeria. Di sicuro, però, una maggiore chiarezza nei confronti dell’utente allontanerebbe ogni sospetto.