“Ricostituente, coadiuvante chemioterapia”. Non solo. Anche in grado di contrastare “diabete, colesterolo, psoriasi, infiammazioni”. Davvero un portento l’Aloe Arborescens Superiore. Almeno quella contenuta nell’integratore alimentare “Aloe Ghignone” consigliata perfino per “l’impiego in presenza di gastrite, esofagite e colon irritabile”.
Un po’ troppo, a giudizio del Comitato di Controllo dell’Istituto di Autodisciplina Pubblicitaria che ha considerato il messaggio pubblicitario tale da suggerire al pubblico dei consumatori che il prodotto pubblicizzato possieda caratteristiche e proprietà che trascendono quelle riconoscibili agli integratori alimentari.
Una bocciatura in piena regola per un integratore che più che a un farmaco vorrebbe assomigliare – almeno in pubblicità – a un miracolo.