La Corte di Giustizia dell’Unione europea con sede in Lussemburgo (CgUe) ha rigettato i ricorsi presentati dai due colossi dell’agro-farma Bayer e Sygenta che si erano appellati contro la decisione di Bruxelles presa nel 2013 di restringere l’uso di tre insetticidi neonicotinoidi (clothianidin, tiametoxam e imidacloprid ) colpevoli di causare la moria di api.
Dal 27 aprile scorso i tre insetticidi, ricordiamo, sono stati messi definitivamente al bando dalla Ue, ma nel 2013 la Commissione aveva deciso di riesaminare le approvazioni rilasciate per l’uso delle sostanze attive clothianidin, tiametoxam e imidacloprid (famiglia dei neonicotinoidi) e per la sostanza attiva fipronil (categoria fenilpirazolici).
Il giro di vite nel 2013
A seguito del parere Efsa che aveva individuato rischi per le colonie di api a seguito del trattamento con questi fitosanitari, la Ue il 24 maggio 2013 ha adottato il Regolamento di esecuzione 485/2013 che vietava, a partire dal 26 maggio 2013, per la clothianidin, il tiametoxam e l’imidacloprid, tra l’altro, “qualsiasi uso non professionale all’interno e all’esterno” e altre forti limitazioni in ambito “industriale” come ” il trattamento del terreno o l’applicazione fogliare per un centinaio di colture, tra cui la colza, la soia, il girasole e il mais, salvo nel caso in cui siano coltivati in serra e con l’eccezione dei trattamenti fogliari dopo la fioritura”. Inoltre, il 14 agosto 2013 la Commissione ha adottato il regolamento n. 781/2013 relativo al fipronil che limitava, a partire dal 16 agosto 2013, l’uso di prodotti fitosanitari contenenti fipronil alle colture in serra e diversi tipo di sementi.
Sygenta chiedeva 368 milioni di risarcimento
Di fronte a tale giro di vite il gruppo Bayer, che produce e commercializza l’imidacloprid e la clothianidin all’interno dell’Unione, il gruppo Syngenta, che produce e commercializza il tiametoxam, e il gruppo Basf, che produce e commercializza il fipronil, hanno fatto ricorso al Tribunale dell’Unione europea chiedendo l’annullamento dei divieti e restrizioni. La Syngenta ha inoltre chiesto il pagamento di un risarcimento pari almeno a 367,9 milioni di euro.
La Corte respinge
Tutto questo però è stato rigettato dalla CgUe fatta eccezione del fipronil. Il “Tribunale dichiara che la Commissione è stata in grado di dimostrare che, alla luce del rafforzamento sostanziale dei requisiti relativi all’assenza di effetti inaccettabili delle sostanze attive sulle api, i rischi accertati dall’Efsa giustificavano la conclusione secondo cui le tre sostanze in esame non rispondevano più ai criteri di approvazione“.
Non conosci il Salvagente? Scarica GRATIS il numero con l'inchiesta sull'olio extravergine cliccando sul pulsante qui in basso e scopri cosa significa avere accesso a un’informazione davvero libera e indipendente