L’Antitrust sanziona Sky Italia per 4,2 milioni: sconti non presenti e aumenti “nascosti”

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L’Antitrust ha inflitto a Sky Italia una sanzione complessiva di 4,2 milioni di euro per tre pratiche commerciali scorrette: poca trasparenza sulle variazioni di prezzi e promesse di vantaggi “sistematicamente disattese in fattura”

L’Antitrust ha inflitto a Sky Italia una sanzione complessiva di 4,2 milioni di euro per tre pratiche commerciali scorrette. Due milioni di euro per “ingannevolezza delle comunicazioni di aumento dei costi degli abbonamenti ai servizi Tv”; un’ulteriore sanzione di 800mila euro per “l’applicazione di tali aumenti a offerte Tv di Now il cui claim (“finché non disdici”) induceva a pensare che ne fossero esclusi”; infine 1,4 milioni di euro per “la prospettazione alla clientela di offerte vantaggiose, con finalità di customer retention, confezionate in particolare mediante l’attivazione di pacchetti Tv aggiuntivi o servizi accessori (Sky Wi-Fi), le cui condizioni promesse vengono sistematicamente disattese in fattura”.

Il diritto di recesso ostacolato

Secondo quanto emerge dal provvedimento, Sky avrebbe ostacolato l’esercizio del diritto di recesso, imponendo ai clienti procedure complesse, poco trasparenti o non adeguatamente spiegate. In particolare, l’Autorità rileva che le comunicazioni fornite agli utenti risultavano “non sempre chiare, complete e comprensibili”, soprattutto per quanto riguarda i costi da sostenere al momento della cessazione del contratto.

Costi di disattivazione e restituzione dei dispositivi

Uno dei punti centrali riguarda le spese di disattivazione e la restituzione delle apparecchiature. L’Antitrust osserva che Sky non avrebbe fornito un’informazione corretta e tempestiva sui costi effettivi, generando il rischio che l’utente “assuma una decisione commerciale che non avrebbe altrimenti preso”, come previsto dall’articolo 21 del Codice del consumo.

Recessi farraginosi e passaggi non necessari

Nel provvedimento si legge che le modalità operative adottate “sono idonee a ostacolare l’esercizio dei diritti contrattuali del consumatore”, in particolare quando il cliente tenta di disdire il servizio o passare a un altro operatore. L’Autorità contesta anche la gestione delle richieste di recesso, ritenuta talvolta farraginosa e caratterizzata da passaggi non necessari.

Offerte poco trasparenti e condizioni poco visibili

Un altro profilo critico riguarda la rappresentazione delle offerte e delle condizioni economiche. Secondo l’istruttoria, Sky avrebbe enfatizzato i vantaggi promozionali senza fornire con pari evidenza le informazioni sulle limitazioni temporali, sui rinnovi automatici e sugli oneri successivi, compromettendo la piena consapevolezza del consumatore.

La decisione dell’Antitrust

Alla luce delle violazioni accertate, l’Antitrust conclude che la condotta della società “non risulta conforme ai principi di correttezza, trasparenza e diligenza professionale” richiesti dal Codice del consumo. Da qui la decisione di irrogare la sanzione e di imporre modifiche alle pratiche aziendali, affinché le procedure di recesso e le informazioni contrattuali siano realmente accessibili e comprensibili.

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La risposta di Sky

“Siamo stupiti dalla sanzione comunicata oggi dall’Autorità, perché arriva nonostante le azioni messe in campo da Sky con l’obiettivo condiviso di rafforzare ulteriormente la trasparenza dei processi aziendali e di porre sempre il cliente al centro. Restiamo convinti della correttezza del nostro operato e ci riserviamo di valutare tutte le azioni necessarie nelle sedi più opportune”. Così Sky Italia replica alla sanzione da 4,2 milioni di euro inflittale dall’Antitrust.