
Il governo ha recepito la direttiva europea Breakfast sapremo la provenienza dettagliata nel miele, avremo più marmellata nelle confetture e ci saranno nuove categorie di succhi di frutta con meno zuccheri
Il governo ha recepito con un decreto la cosiddetta direttiva europea Breakfast d2024/1438 norme che contribuirà ad aumentare la trasparenza in alcune filiere a cominciare dal miele per il quale si introduce l’obbligo di indicare in etichetta, in ordine decrescente, i paesi di origine utilizzati nelle miscele. Le nuove norme entraranno in vigore tra sei mesi, tra marzo e aprile 2026. Ecco in sintesi le novità per i consumatori:
- Miele: per i prodotti confezionati bisognerà indicare i paesi di provenienza delle miscele. I confezionatori, in presenza di due o più paesi di origine delle componenti, dovranno indicare in ordine decrescente i paesi e le relative percentuali. Solo nel caso in cui vi siano composizioni con miscele provenienti da quattro paesi che raggiungono almeno il 60% di contenuto del prodotto sarà possibile non indicare la percentuale dei restanti paesi. Verrà inoltre cambiata la denominazione del miele filtrato. Fino ad oggi, questa sostanza veniva commercializzata con questa dicitura, ma poteva trarre in inganno chi acquistava. Con il recepimento della direttiva, la denominazione miele filtrato rientra nella più ampia definizione di “Miele ad uso industriale”, più rispondente all’uso consentito, ossia ad uso unicamente culinario.
- Succhi di frutta: sono state aggiornate le tipologie autorizzate di succhi di frutta, introducendo le categorie di “succo di frutta a tasso ridotto di zuccheri“, “succo di frutta da concentrato a tasso ridotto di zuccheri” e “succo di frutta concentrato a tasso ridotto di zuccheri“, i quali devono presentare il 30% di zuccheri in meno rispetto al prodotto di riferimento.
- Confetture: è stata innalzata la quantità minima di frutta nelle confetture e confetture extra:
Da 350g a 450g di frutta per kg di confetture (da 35% a 45%);
Da 450g a 500g di frutta per kg di confetture extra (da 45% a 50%).
“C’è da dire – si legge in una nota del ministero delle Politiche agricole – che i contenuti minimi delle marmellate prodotte in Italia superano di gran lunga i requisiti minimi della direttiva europea e che, allo stesso modo, eelpotranno stimolare una maggiore domanda per il comparto ortofrutticolo”.









