Ogni anno 9 milioni di persone (dati relativi al 2015) muoiono a causa dell’inquinamento. In particolare, quello atmosferico è responsabile di 6,5 milioni di morti all’anno, gran parte dei quali sono vittime di malattie cardiovascolari e respiratorie. Anche l’inquinamento idrico e quello legato all’ambiente di lavoro fanno la loro parte provocando, rispettivamente, 1,8 milioni e 0,8 milioni di decessi all’anno. Il bollettino è quello fornito dalla rivista The Lancet che riporta i dati dei risultati della Commission on Pollution and Health, un progetto biennale che ha coinvolto oltre 40 autori di vari paesi del mondo. Usando dati del Global Burden of Disease, è emerso che la maggioranza dei decessi si colloca nel Sud del mondo, specie in paesi come India (2,5 milioni di morti in un anno) e Cina (1,8 milioni), travolti da una rapidissima industrializzazione.
Situazione allarmante anche in Italia
Una situazione allarmante anche nel nostro paese come dimostrano le rilevazioni effettuate da Greenpeace nei pressi di dieci scuole dell’infanzia e primarie di Roma – tra le 7 e 30 e le 8 e 30: l’associazione ambientalista ha costantemente rilevato concentrazioni di biossido di azoto (NO2) ampiamente al di sopra del valore individuato dall’Organizzazione Mondiale della Sanità per la protezione della salute umana (40 μg/m3, microgrammi per metro cubo). La concentrazione media oraria più bassa è di 48,9 μg/m3, la più alta 66,1 μg/m3. Si registrano picchi – in concentrazioni medie su dieci minuti – fino a 111,4 μg/m3: un valore abnorme, se si considera che già nel 2005 l’OMS segnalava come nei bambini gli effetti patogeni del NO2 sul sistema respiratorio siano provati anche per concentrazioni inferiori ai 40 μg/m3.
I rischi per la salute
A spiegarci quali sono gli effetti dello smog sulla salute umana e a rivelarci come poterci difendere in attesa che i governi applichino delle politiche in grado di tutelarci realmente, è il professor Giovanni Viegi, direttore dell’Istituto di Biomedicina e Immunologia molecolare (Ibim) del Cnr di Palermo nonché docente di Effetti dell’inquinamento sulla salute presso l’Università di Pisa.”L’inquinamento atmosferico – spiega il professore – è associato a mortalità per malattie cardio-respiratorie, tumore al polmone, ricoveri ospedalieri per malattie respiratorie (compresa la polmonite) e per asma, incidenza e riacutizzazione di asma, rinite allergica, sintomi respiratori (tosse, espettorato, respiro sibilante, difficoltà di respiro), riduzione della funzione respiratoria“. L’inquinamento atmosferico è un fattore di rischio che si può evitare. Lo afferma anche l’Organizzazione mondiale della sanità, la quale ha dato anche delle linee guide da seguire che, però, in Italia e in Europa non si stanno applicando. Non essendoci ancora politiche adeguate a combattere il fenomeno, né investimenti economici nel supporto della ricerca scientifica nel campo delle relazioni tra ambiente e salute, sta a noi cittadini intanto autotutelarci, mettendo in pratica una serie di precauzioni che possono evitarci malattie o, peggio, morti premature a causa dell’inquinamento atmosferico.
Cosa fare (e non) per le vie della città
Ecco i consigli utili del professor Viegi per limitare l’esposizione agli inquindanti in città e dentro casa.
- Se girate in città con la bicicletta, ai semafori sostate davanti alla prima macchina e non restate fermi in coda a respirare gas nocivi;
- Se indossate una mascherina come fosse un filtro, sappiate che non tutte sono adatte contro lo smog: le comuni maschere non sono in grado di filtrare le polveri più sottili, ovvero quelle più nocive. Scegliete modelli grandi numerati in base alla loro efficienza filtrante. In giro per la città: le FFP1(senza filtro) sono indicate per chi esce a piedi o in bici nei giorni in cui le polveri sottili superano i livelli di guardia e da chi soffre già di asma o disturbi respiratori. Le FFP2 e le FFP3 (con filtro) sono destinate a chi lavora all’aperto per molte ore;
- Quando siete in auto, utilizzate il ricircolo interno dell’aria per evitare di respirare i gas di scarico, soprattutto se siete bloccati all’interno di una galleria o fermi in coda.
- Correre fa bene ma d’inverno è meglio farlo solo quando è brutto tempo. Le giornate migliori per correre in città (parchi compresi) durante l’inverno sono quelle di pioggia e in generale di condizioni meteorologiche avverse. Il brutto tempo (vento, pioggia, neve) contribuisce a eliminare il particolatodall’atmosfera;
- Programmate gli orari di uscita migliori per bambini e anziani. Le uscite negli orari prossimi a metà giornata (Mezzogiorno) sono preferibili dato che a queste ore vengono rilevate le concentrazioni più basse di inquinanti;
- I bimbi piccoli devono stare in alto. Nello zaino porta bimbi o nel marsupio: i bambini in età da passeggino, quando sono in giro per le strade della città, meglio che non stiano… nel passeggino. Il particolato più insidioso è infatti quello che si trova vicino al suolo;
- Evitare sempre le strade più trafficate, sia quando si è a piedi sia quando si è in auto, per restare meno tempo possibile esposti alle emissioni;
- Se andate al bar o al ristorante, preferite stare all’interno in ambiente chiuso e climatizzato e mai seduti ai tavolini esterni.