Decoloranti e tinture bionde: cosa c’è davvero nei prodotti per capelli?

TINTURE BIONDE

Un test su 12 tra decoloranti e tinture bionde ha analizzato l’efficacia schiarente sui capelli e gli ingredienti problematici. E ha promosso a pieni voti solo due prodotti, tra questi il Garnier Nutrisse

Schiarire i capelli non è un’operazione priva di rischi. Il mensile svizzero dei consumatori Saldo ha condotto un test su diversi decoloranti e tinte bionde, rivelando che alcuni prodotti contengono sostanze aggressive e potenzialmente dannose per la salute e l’ambiente. Il test, realizzato dall’SGS Institut Fresenius in Austria, ha valutato l’efficacia della schiaritura e la presenza di ingredienti problematici. I risultati mostrano che non tutti i prodotti garantiscono un buon compromesso tra efficacia e sicurezza.

Decoloranti: schiaritura potente, ma a che prezzo?

I capelli castani possono diventare biondi solo grazie a decoloranti molto potenti, che combinano perossido di idrogeno e persolfato. Nel test, il prodotto Intensiv Aufheller del marchio Migros I am ha ottenuto il massimo dei voti per la sua efficacia. Ancora più schiarente è risultato Blonde Ultra Aufheller di Schwarzkopf, ma quest’ultimo ha ricevuto solo un voto “sufficiente” poiché conteneva la maggiore quantità di perossido di idrogeno, una sostanza nota per essere particolarmente aggressiva.

L’uso frequente di questi prodotti può rendere i capelli secchi e fragili, motivo per cui Schwarzkopf raccomanda di attendere almeno otto settimane tra un trattamento e l’altro.

Le tinte bionde: meno aggressive, ma non prive di rischi

Le tinte bionde risultano meno dannose rispetto ai decoloranti, poiché generalmente non contengono persolfato e hanno concentrazioni inferiori di perossido di idrogeno. Tuttavia, questa sostanza è comunque necessaria per eliminare i pigmenti naturali dei capelli e garantire la colorazione.

Un vantaggio delle tinte rispetto ai decoloranti è la loro capacità di coprire anche i capelli grigi. Tra i prodotti testati, Oleo Intense di Syoss ha ottenuto la migliore schiaritura, trasformando capelli castano medio in biondo scuro. Le altre tinte sono state efficaci solo per schiarire ulteriormente capelli già biondi. Tuttavia, il prodotto Syoss ha ricevuto solo un voto “sufficiente” a causa della presenza di Alpha-Isomethyl-Ionone, benzilalcool e citronellolo, sostanze che possono causare allergie e che, secondo la banca dati europea delle sostanze chimiche (ECHA), possono inquinare le acque e danneggiare gli organismi acquatici.

sponsor

A guadagnare il miglior giudizio del test, il molto buono, tanto per efficacia che per ingredienti poco problematici è stato in questa categoria il Nutrisse Ultrablond di Garnier.

Sostanze allergeniche e rischi per la salute

Il test ha rivelato che tre tinte bionde hanno ottenuto un voto insufficiente a causa della presenza di ingredienti problematici. In particolare, Brillance 2-in-1 Aufheller und Farbe di Schwarzkopf e Vital Color Intensive Creme hellblond di Poly Palette contenevano limonene, un profumo agrumato noto per il suo potenziale allergenico. Nel prodotto di Aldi Ombia Hair Intensiv Cream Haircolour Ice Blond è stato inoltre rilevato geraniolo, un’essenza di rosa. Secondo il Comitato scientifico per la sicurezza dei consumatori dell’UE, queste sostanze sono forti allergeni e possono provocare reazioni cutanee in molte persone. Inoltre, l’Associazione tedesca per le allergie e l’asma avverte che limonene e geraniolo possono essere problematici per chi soffre di asma e altre patologie respiratorie.

I produttori hanno dichiarato di rispettare le normative vigenti. Henkel, azienda produttrice di Schwarzkopf, ha inoltre affermato che le proprie analisi hanno rilevato una quantità inferiore di perossido di idrogeno nei propri decoloranti rispetto a quanto emerso dal test di Saldo.

Tinte bionde meglio di quelle castane

Un dato interessante emerso dal test è che le tinte bionde contengono meno sostanze problematiche rispetto a quelle castane. Le colorazioni scure spesso includono ammine aromatiche, coloranti che possono scatenare reazioni allergiche. Un test della rivista K-Tipp del 2022 ha confermato la presenza di questi composti nelle tinte castane. Inoltre, l’Ufficio federale per la sicurezza alimentare sconsiglia l’uso di tinture per capelli nei giovani, a causa dei potenziali rischi per la salute.

Come sono stati condotti i test

Gli esperti dell’SGS Institut Fresenius hanno esaminato nove tinte bionde permanenti e tre decoloranti, analizzando la loro efficacia e la presenza di sostanze problematiche. I criteri di valutazione sono stati:

  • Schiaritura: Ogni prodotto è stato applicato su tre ciocche di capelli, seguendo le istruzioni del produttore. La colorazione è stata misurata prima e dopo l’applicazione con uno spettrometro di riflessione, per determinare il grado di schiaritura.
  • Sostanze allergeniche: Il laboratorio ha verificato la presenza di profumi potenzialmente allergenici o dannosi per l’ambiente. Sostanze in concentrazioni superiori a 10 milligrammi per chilo hanno comportato una penalizzazione nel punteggio.
  • Perossido di idrogeno: Questa sostanza è fondamentale per la colorazione permanente dei capelli, poiché apre la cuticola e permette l’assorbimento del colore. Tuttavia, un uso eccessivo o concentrazioni elevate possono danneggiare i capelli e irritare la pelle. Per questo motivo, è sempre consigliabile indossare guanti durante la colorazione.

Conclusione: come scegliere il prodotto giusto?

Il test di Saldo evidenzia che la scelta di un prodotto per schiarire i capelli non dovrebbe basarsi solo sull’efficacia, ma anche sulla sicurezza degli ingredienti. I decoloranti sono i più efficaci, ma anche i più aggressivi, mentre le tinte bionde risultano più delicate ma non prive di rischi.

Per chi desidera un biondo naturale senza compromettere la salute dei capelli e dell’ambiente, è consigliabile leggere attentamente l’elenco degli ingredienti e preferire prodotti con minori quantità di perossido di idrogeno e senza allergeni noti. Inoltre, è sempre importante seguire le indicazioni dei produttori e limitare la frequenza delle applicazioni per evitare danni a lungo termine.