91 mila uova e 12 mila galline sequestrate dai Nas nell’ambito degli ultimi controlli alla ricerca del Fipronil, l’insetticida che ha contaminato gli ovoprodotti provenienti da Belgio e Olanda e che, a questo punto, sembra essere presente anche nella produzione italiana. Gli ultimi due sequestri annunciati con una conferenza stampa dal comandante dei Nas, il Generale Adelmo Lusi, sono avvenuti ad Ancona e a Viterbo. Nel capoluogo marchigiano sono state sequestrate 6mila uova e un allevamento con 12mila galline. A Viterbo, invece, 53mila uova destinate a alimentazione umana e 32mila uova destinate all’alimentazione animale. A far scattare il sequestro è stato il rilevamento di due casi di positività al fipronil: uova prodotte a Viterbo e una confezione di pasta all’uovo prodotta in provincia di Macerata. Lo scandalo Fipronil, dunque, coinvolge anche stabilimenti italiani.
Prodotti italiani contaminati?
Il generale, come riportato da Repubblica, spiega: “Voglio tranquillizzare perchè in parte il fipronil è un ottimo antiparassitario presente nelle case di molti italiani, per gli animali domestici. È però del tutto vietato negli allevamenti e sugli animali da produzione. Per essere nocivo per gli uomini, deve essere assunto in grandi dosi, almeno 7 uova contaminate al giorno”. Questo non giustifica, naturalmente, l’utilizzo di una sostanza vietata in ambito alimentare”. Una nota dei Nas aggiunge: “Dopo un primo rintraccio e blocco di prodotti pericolosi o sospetti provenienti dall’estero, una seconda fase operativa sta interessando l’intera filiera nazionale del comparto degli ovoprodotti, alla quale i Carabinieri dei Nas partecipano attivamente con interventi ispettivi, campionamenti e sequestri cautelativi di prodotti di varie tipologie”.
Un ottimo lavoro… in ritardo
I risultati dei responsi analitici dei 107 campioni conoscitivi inviati ai lavoratori degli Istituti zooprofilattici di Teramo e Roma confermeranno se ci sono altri casi. Di sicuro c’è che da quando è scoppiata l’emergenza fipronil, i carabinieri del Nas hanno svolto più di 250 accessi in allevamenti, centri di distribuzione e sequestrato 91mila chilogrammi di uova. Un ottimo lavoro, che dimostra come una reazione più pronta del ministero della Salute avrebbe potuto evitare l’immissione in commercio di chissà quante uova contaminate. Come riportato dal giornale belga Le Soir, infatti, le prime segnalazioni ufficiali in ambito europeo sarebbero arrivate già a giugno 2016, un lasso di tempo così ampio, che è difficile credere che nessun allerta sia giunto alle nostre attività prima delle ultime settimane.
Perché il ministero non spiega il silenzio di un anno sulle uova al fipronil?
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