Patatine “veggy”, le analisi del Salvagente ne promuovono 4: acrilammide ai minimi

PATATINE

Chips di banana, alle carote, lenticchie, barbabietola… Tra le 29  che abbiamo analizzato le patatine “veggy” sono la categoria che ha mostrato il contenuto di acrilammide minore. Le 4 promosse del nostro test e gli allarmi passati

 

La buona notizia del test di gennaio del Salvagente su 29 chips di ogni tipo è che le chips “green”, quelle a base di vegetali diversi dalla classica patata o dal mais, hanno riportato giudizi molto lusinghieri sull’acrilammide. Per i nostri esperti questo comportamento è legato al fatto che alcune materie prime contengono meno amido e quindi offrono meno “carburante” alla formazione dell’acrilammide. Un risultato che confermerebbe le presentazioni “salutistiche” che accompagnano le chips a base di lenticchie, banana, carota e altri vegetali alternativi.

Il test di gennaio del Salvagente ha passato in rassegna 29 patatine, tortillas e altri snack. Le analisi le trovate sul numero in edicola o in edizione digitale qui

L’allarme tedesco sugli snack “verdi”

Eppure altre indagini svolte in questi ultimi mesi proprio su questi snack “verdi” davano risultati più allarmanti.
L’Istituto federale tedesco per la valutazione dei rischi Bfr ha per esempio determinato il contenuto di acrilammide in 230 alimenti. Il risultato in questo caso non ha riservato una differenziazione netta: le “patatine” vegetali e le chips a base di patate sono risultate entrambe esposte a elevati livelli di acrilammide. Secondo i dati del Bfr gli snack “verdi”, percepiti come più sani, non solo contengono lo stesso numero di calorie e grassi delle patatine tradizionali ma sviluppano fino a sette volte acrilammide.
Il contenuto di acrilammide delle “patatine” vegetali (1.430 mcg/kg), nelle analisi tedesche è risultato pari al doppio del valore indicato dalle linee guida Ue per le patatine (750 mcg/kg); quelle tradizionali, invece, sono rimaste al di sotto con un contenuto di 190 mcg/kg. Ricordiamo che il Regolamento 2017/2158 che prescrive “misure di attenuazione e livelli di riferimento per la riduzione della presenza di acrilammide negli alimenti”, non considera una serie di prodotti, a cominciare proprio dalle nuove patatine “green”. Tra le richieste alla nuova Commissione Ue delle organizzazioni europee dei consumatori, oltre a fissare un vero limite di legge e non solo un mero valore guida, c’è anche quella di inserire le “patatine” vegetali tra gli alimenti per i quali le aziende alimentari devono seguire una serie di accorgimenti per ridurre la presenza di acrilammide.

E le analisi sulle patatine “veggy” del 2023

Nel settembre 2023, anche le analisi condotte dal laboratorio pubblico Cvua di Stoccarda avevano messo in evidenza che le patatine dolci e le chips di verdure, composte da una miscela di patate dolci, pastinache e barbabietole rosse, erano significativamente più suscettibili alla formazione di acrilammide rispetto alle patatine fritte e alle chips di patate tradizionali. Le chips di verdure contenevano molto acrilammide, addirittura in due campioni sono stati misurati 3.500 mcg/kg. I risultati tedeschi contenevano un consiglio ai consumatori: “Chi vuole ridurre l’assunzione di acrilammide da chips e simili dovrebbe preferire prodotti a base di lenticchie o ceci”. Se infatti le “patatine” vegetali analizzate risultavano contenere un livello medio di acrilammide pari quasi a 1.000 mcg/kg, quelle a base di ceci invece si fermavano a 28 mcg/kg. Meglio delle green facevano le patatine tradizionali (in media 156 mcg/kg) molto meno invece le chips a base di patate dolci (446 microgrammi per chilo).
Nel febbraio del 2024, infine, anche un test della rivista svizzera K-Tipp aveva esaminato 11 chips vegetali registrando livelli elevati di acrilammide in quasi tutti i prodotti portati in laboratorio.
La differenza tra le nostre prove e quelle passate è evidente. Che sia segno di un intervento dell’industria (almeno italiana) per ridurre le contaminazioni è presto per dirlo, ma di certo è un altro segnale del fatto che il legame tra questi snack e l’acrilammide è tutt’altro che inevitabile.

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