Ha 26 anni, si chiama Mara Magni, è studentessa di dottorato in Fisica teorica all’Università di Bologna e ha deciso di andare a Capo Nord in Norvegia pedalando. Dal 29 luglio al 25 agosto, ritorno in aereo, passando, all’andata per Insbruck, Monaco, Stoccolma, Copenaghen e Turku.
Perché lo fa? “Perché mi piace pedalare, ovviamente, e perché vorrei dimostrare che, se io riesco ad arrivare in Norvegia in bici, forse in tanti potremmo usarla almeno per andare a lavorare”, spiega la studentessa, con una laurea in Ingegneria energetica alle spalle e un amore per l’ambiente così grande da diventare anche oggetto di studio e di approfondimento. Lei, nello specifico, si occupa di efficientamento energetico degli edifici, ma i suoi interessi sono anche verso tutto ciò che concerne la sostenibilità, mobilità compresa. “Non credo – spiega Mara – che ci voglia chissà quale sensibilità: basta prendere la bici e andare sui viali a Bologna per rendersi conto che stiamo facendo male al pianeta; insomma, se tutte quelle persone uscissero dalle loro auto in quei momenti, diventerebbe tutto chiaro”. Ciò che manca, dunque, è la presa di coscienza, secondo la studentessa.
L’Universiatà di Bologna e l’impegno civile
A Bologna Mara Magni fa parte del gruppo “Terracini in transizione”, che si occupa nello specifico dei temi legati alla sostenibilità e di trasformare le scuole di Ingegneria e Architettura dell’Università di Bologna in un Living-Lab della sostenibilità. Il faro sono i 17 “goals” del programma Sdg (Sustainable developement goals) dettati dall’Agenda 2030 per lo sviluppo sostenibile, una serie di azioni sottoscritte nel settembre 2015 da 193 paesi membri dell’Onu; i punti non riguardano solo l’ambito energetico, ma anche la lotta alla povertà, l’eliminazione della fame e il contrasto al cambiamento climatico, ad esempio. Il Terracini in transizione ha anche un blog (https://unigreenblog.wordpress.com/) nato con il preciso obiettivo di diffondere nella comunità che ospita la scuola (che ha sede in via Terracini) ma anche in tutta la città, la discussione e il confronto sulle tematiche ambientali, ma anche legate al lavoro e ai diritti. “Il nostro ateneo è molto Mara Magni, è studentessa di dottorato in Fisica teorica all’Università di Bologna e ha deciso di andare a Capo Nord in Norvegia pedalando. sui temi della sostenibilità e questa mia impresa – come mi ha detto in questi giorni il rettore Francesco Ubertini – può costituire la spinta per un progetto ampio che comunque l’università ha già lanciato”, spiega Mara. Proprio in tema mobilità, lo scorso anno, l’Università di Bologna ha indetto un concorso di idee – Alma Bike – per progettare la bicicletta degli studenti dell’ateneo, che la usano per gli spostamenti casa-studio-tempo libero, con tutti i crismi tecnologici, ecologici e di comfort necessari.
La pagina facebook Ciclying 2 Nordkapp
Con Mara pedalerà anche Pietro Albamonte, ingegnere meccanico di Roma, che lavora alla Ducati di Bologna. “Partiamo con le attrezzature necessarie per essere autonomi, ma condividiamo questa esperienza che ha un luogo virtuale anche su Facebook alla pagina ‘Ciclying 2 Nordkapp’ dove cercheremo di raccontare cosa succede durante il viaggio”. Grazie all’Università e alla professoressa Alessandra Bonoli del progetto Terracini in transizione, sono stati già presi alcuni contatti con le università delle città che i ragazzi attraverseranno, cogliendo l’occasione per confrontarsi sui temi ambientali e della mobilità sostenibile.
“L’allenamento? 220 km al giorno”
Quasi scontato dire che entrambi gli ingegneri si allenano da circa un anno per affrontare questo viaggio visto che hanno stabilito di fare 150-200 km al giorno. E il piacere per andare in bicicletta si unisce all’obiettivo di far capire che una mobilità diversa è possibile: “È evidente che non a tutte le persone sia possibile spostarsi in bicicletta ogni giorno, penso agli anziani, a chi ha difficoltà. Ma non ci si può nascondere dietro a questo fatto per giustificare anche tutti gli altri usi dell’auto che si fanno quando potrebbero essere evitati”, fa sapere Mara. Tutto è pronto: mancano solo 4mila km all’arrivo.
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