Dalla bufala alla bufera il passo è breve. Si scopre così, con una ottima video-inchiesta di una pagina facebook dal nome “Alici come prima”, e con un’intervista confessione della “iena” Matteo Viviani, che il servizio shock sulla “Blue Whale”, il folle gioco che spinge i giovanissimi al suicidio buttandosi da un palazzo, era montato ad arte con video falsi. Per la precisione, le riprese dei suicidi filmati in diretta proposti dalla trasmissione “Le iene” erano per lo più vere, ma non appartenevano a casi riconducibili a questo gioco. Matteo Viviani li aveva presentati come testimonianza di quanto sta avvenendo in Russia negli ultimi anni, dove oltre 150 minorenni sarebbero morti a causa di questo gioco, ma come mostra il video che lo smaschera, uno è avvenuto in Cina, un’altro non è ripreso da complici adolescenti ma da passanti adulti, un terzo riguarda una coppia di tossicodipendenti che aveva deciso di farla finita; un altro ancora sembra solo una messa in scena.
La iena: “Solo una leggerezza”
Rispondendo alle domande di Selvaggia Lucarelli sul Fatto quotidiano, Viviani si è giustificato dicendo che aver ricevuto i video da una tv russa su una chiavetta Usb, e ammettendo “la leggerezza nel non aver fatto tutte le verifiche”. La “iena” ha anche aggiunto che i video “erano comunque esplicativi di quello di cui parlava il servizio”. E incalzato dalla giornalista ha aggiunto: “Era solo il punto di partenza, cambiava qualcosa se mettevo un voice over (voce fuori campo, ndr) di 4 secondi in cui dicevo che quei video non erano collegati al Blue Whale?”.  Sarebbe cambiato, sì. Considerando che trattandosi di un meccanismo criminale spacciato per gioco e rivolto ai bambini e agli adolescenti, il rischio di emulazione è altissimo, come dimostrano le prime segnalazioni arrivate da alcune procure in giro per l’Italia dopo il servizio delle Iene.
“Numeri gonfiati”
Le notizie vanno raccontate ma in casi così delicati, è scorretto amplificarle presentando immagini scioccanti, anche quando si riferiscono ad altro. Tanto più che diverse testate a livello internazionale, e siti di fact.checkin come Snopes, hanno smentito i numeri riportati dalle Iene: non sarebbero centinaia i ragazzi che si sono tolti la vita a causa della “Balena blue” ma solo alcune decine. Storie drammatiche in ogni caso, ma che appunto per questo meritano una totale aderenza alla realtà , nel racconto giornalistico.
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