C’è voluto un morto italiano perchè i media portassero in prima pagina la #filierasporca dei campi del nostro paese. Eppure Paola Clemente, morta nei campi di Andria mentre lavorava a 2 euro l’ora non è l’unica e -purtroppo- non sarà l’ultima vittima della raccolta ingiusta di prodotti made in Italy.
Come il Test aveva già raccontato nell’inchiesta sui campi della vergogna, il fenomeno è davvero più grande di quanto si creda comunemente.
Ora il ministro Maurizio Martina afferma che il caporalato fa affrontato come la mafia. Ogni misura, commentano proprio da #filierasporca, che agevoli il percorso delle imprese virtuose è un tassello in più. Le tre associazioni della campagna però continuano a restare testardamente convinte che la trasparenza di filiera vada imposta a tutti, anche ai soggetti dell’agroalimentare che non hanno nessuna vocazione per il rispetto dei diritti dei lavoratori.