Tre bevande a base di caffeina nel giro di due ore: un caffè-latte acquistato al Mc Donald’s, una confezione grande di Diet Mountain Dew, bevanda gassata con alta concentrazione di caffeina, e una bevanda energetica. Un eccesso di caffeina che è costata la vita ad uno studente americano di 16 anni. L’elevata quantità di sostanza gli ha provocato un’aritmia che l’ha portato alla morte nel giro di un’ora.
I rischi degli energy drink
Quello delle bevande energetiche è un business milionario ma pericoloso. Secondo i dati scientifici raccolti dall’Oms, i rischi collegati all’uso di questi drink sembrano oramai chiari. Primo fra tutti quello che ha il consumo di caffeina tra i bambini e gli adolescenti, compresi gli effetti sui sistemi neurologici e cardiovascolari. Oltre a problemi di comportamento e alterazione delle capacità cognitive negli adolescenti che fanno uso di bevande energetiche. Provato anche l’aumento del rischio di obesità, a causa dell’elevato contenuto di zucchero si questi drink. Non solo, uno studio realizzato negli Stati Uniti ha mostrato il pH acido e l’alto contenuto di zucchero di questi prodotti può essere responsabile di carie dentali, e un altro ha mostrato che può causare l’erosione e la rimozione dello strato superficiale di smalto.
Ma non c’è solo la caffeina tra gli ingredienti che preoccupano gli scienziati. Sugli effetti acuti e a lungo termine dell’associazione tra caffeina e altre sostanze presenti in queste bevande, tra cui guaranà, glucuronolattone, taurina e vitamine del gruppo B sarebbero necessari ulteriori studi.
Giovani non informati
Se sono chiari i rischi di queste bevande, meno lo è la consapevolezza tra i giovani.
Che i ragazzi non siano coscienti dei rischi degli energy drinks lo ha testimoniato un’interessante ricerca condotta su 400 giovani tra i 16 e i 20 anni di un liceo di Acerra, in provincia di Napoli, dal dipartimento di Farmacia dell’Università Federico II, presso i Laboratori di Chimica degli Alimenti diretti dal professor Alberto Ritieni.
“Il tema di questo studio è nato da precise richieste dei ragazzi, durante un lavoro su corretta alimentazione e rischio obesità che stavamo realizzando in questo liceo”, aveva spiegato all’epoca al Salvagente il docente napoletano. Gli studenti hanno chiesto di poter lavorare su questo argomento, hanno elaborato un questionario a partire dalle loro curiosità più significative e lo hanno sottoposto ai propri compagni in forma anonima.
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Mix… esplosivo
Una particolare attenzione della ricerca è stata nell’indagare l’associazione tanto popolare tra il consumo di bevande energetiche e l’alcool. Una pratica in aumento tra i ragazzi, con il 71% dei giovani tra 18 e 29 anni che consumano il pericoloso mix con comportamenti ad alto rischio. Uno studio sugli studenti universitari statunitensi, per esempio, ha concluso che i rischi connessi a questa moda erano perfino superiori a quelli corsi da chi consumava solo alcol. E le conseguenze misurate fanno davvero paura, visto che comprendono quelle di essere sfruttato o di approfittare sessualmente di un’altra persona, di guidare in stato di ebbrezza, perfino di ferire o essere feriti. Il meccanismo sembra oramai chiaro: il consumo di elevate quantità di caffeina contenute nelle bevande energetiche riduce la sonnolenza senza smorzare gli effetti dell’alcol con un conseguente stato di “ubriachezza da svegli”. È proprio questo stato che riduce significativamente le percezioni soggettive di alcuni sintomi di intossicazione da alcol, tra cui la compromissione della coordinazione motoria, inducendo il ragazzo a non rendersi conto del proprio stato. E a fare azioni che non è in grado di controllare, visto che in realtà non vi è alcuna reale riduzione degli effetti dell’alcol sulla coordinazione motoria e sui tempi di reazione. Senza contare che proprio la percezione, erronea, di non essere sbronzi induce a bere di più.