Dopo un travagliato iter legislativo, il Consiglio ambiente dell’Ue approva lo storico Regolamento sul ripristino della natura (Nature Restoration Law). i paesi dell’UE devono ripristinare entro il 2030 almeno il 30% degli habitat coperti dalla legge. Esultano Legambiente e Wwf ma esprimono delusione per il voto contrario del governo Meloni
Dopo un travagliato iter legislativo, il Consiglio Ambiente dell’Ue approva lo storico Regolamento sul ripristino della natura (Nature Restoration Law). i paesi dell’UE devono ripristinare entro il 2030 almeno il 30% degli habitat coperti dalla legge, e il 90% entro il 2050. Aassicurandosi che tali zone non si deteriorino una volta ripristinate. Esultano Legambiente e Wwf ma esprimono delusione per il voto contrario del governo Meloni.
Risultato frutto di una grande mobilitazione
“Un risultato – scrive in una nota Wwf Italia – che premia l’impegno della coalizione #RestoreNature, composta da BirdLife Europe, ClientEarth, Eeb e Wwf Europa, e che raccoglie l’invito della società civile e del mondo della ricerca scientifica. Questo risultato, infatti, è il risultato di una massiccia mobilitazione pubblica: negli ultimi anni sono state raccolte oltre un milione di firme e messaggi di cittadini, ripetuti appelli da parte di oltre 6000 scienziati, 100 imprese, organizzazioni giovanili e della società civile a difesa dell’integrità del Green Deal dell’UE.
Legambiente: superato lo stallo
“Buona notizia quella dell’approvazione finale da parte del Consiglio Ue della legge sul ripristino della natura (Nature Restoration Law) – dichiara Stefano Ciafani, presidente nazionale di Legambiente -. Uno dei provvedimenti-simbolo dell’agenda verde europea che, dopo uno stallo di più di due mesi, riesce a raggiungere un traguardo finale e che fisserà obiettivi giuridicamente vincolanti per ripristinare il 20% degli ecosistemi terrestri e marini degradati dell’UE entro il 2030 e tutti gli ecosistemi entro il 2050″.
Il voto contrario dell’Italia
Ma se questa notizia rappresenta una vittoria per la tutela della biodiversità e per il Green Deal europeo, continua Ciafani, “ci lascia con l’amaro in bocca il voto contrario dell’Italia (insieme a Ungheria, Polonia, Paesi Bassi, Finlandia e Svezia). E sono molto lacunose le motivazioni dell’opposizione associabili agli impatti negativi del Regolamento sul settore agricolo dell’Unione europea, in termini di accrescimento di oneri economici e amministrativi. Il Governo italiano, superando la sua visione miope, per affrontare la crisi ambientale e realizzare la transizione ecologica dei territori, adotti la legge al più presto introducendo direttive da tradurre velocemente nei Piani di attuazione nazionale, fissando obiettivi misurabili che riguarderanno il recupero e ripristino di diversi ecosistemi, dalle foreste agli ecosistemi marini, nonché gli ambiti agricoli e urbani”.
Wwf: il governo ora costretto ad attuare il piano
Dante Caserta, responsabile Affari Legali e Istituzionali del WWF Italia, dichiara: “Siamo molto soddisfatti per l’approvazione della Nature Restoration Law, una vittoria storica della società civile europea che difende l’ambiente e vuole costruire un rapporto equilibrato tra uomo e natura. Spiace che in un passaggio cruciale per la tutela della natura in Europa, il Governo Meloni abbia clamorosamente mancato l’appuntamento con la storia, opponendosi ideologicamente ad un provvedimento cardine del Green Deal europeo e scegliendo la disinformazione delle lobby dell’agroindustria contro gli interessi dei cittadini. In ogni caso, il Governo non potrà ora evitare di dare attuazione al Regolamento a livello nazionale definendo un piano nazionale con obiettivi chiari, concreti e vincolanti. Il WWF monitorerà da vicino questo lungo processo di applicazione della Nature Restoration Law e confida che il Governo e il Ministero dell’Ambiente e della Sicurezza Energetica vogliano aprire un dialogo serio e partecipato con tutte le parti interessate per intraprendere un percorso comune che porti ad un’effettiva tutela dell’ambiente a vantaggio di tutti i cittadini”.
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