Come abbiamo raccontato nell’approfondimento sul numero del Salvagente di maggio, Big Food sta andando dietro alla moda dei farmaci a base di semaglutide offrendo prodotti su misura per chi vuole dimagrire. Ma si pone un problema di sanità pubblica
Come in tanti avevano previsto, e come abbiamo spiegato nell’approfondimento pubblicato sul numero del Salvagente di maggio, la grande industria alimentare sta andando dietro alla moda dei farmaci a base di semaglutide, Ozempic & Co., che stanno spopolando in tutto il mondo per gli effetti sorprendenti che si ottengono sulla perdita di peso. Qualche giorno fa Nestlé ha annunciato il lancio di una nuova linea di cibi surgelati che si chiamerà Vital Pursuit e consisterà in 12 pasti, a porzione controllata, “destinati a essere un complemento per gli utenti di farmaci per la perdita di peso GLP-1 e per i consumatori concentrati sulla gestione del peso”. “I prodotti – si legge nel comunicato di Nestlé – sono ricchi di proteine, una buona fonte di fibre, contengono nutrienti essenziali e sono porzionati in base all’appetito di un utente di farmaci per la perdita di peso. La nuova linea è anche adatta a supportare una dieta equilibrata per chiunque sia in un percorso di gestione del peso”. Una gamma completa delle opzioni di Vital Pursuit arriverà nei supermercati entro la fine dell’anno con un prezzo consigliato inferiore a 4.99 dollari, e comprenderà pizze e ciotole, arricchiti di nutrienti come vitamina A, potassio, calcio e ferro che gli utenti che utilizzano questi medicinali potrebbero non assumere a sufficienza mangiando meno cibo in generale.
Nestlé punta a un approccio salutista per acquisire clienti
Secondo la multinazionale, questi “farmaci hanno cambiato il modo in cui le persone mangiano, sia nelle dimensioni delle porzioni che nella frequenza”, e per questo Nestlé ha deciso di adeguare la propria offerta per intercettare questo trend, unendosi ad altre aziende che hanno già lanciato prodotti ad hoc. Anche perché, la stima è che il mercato di questi farmaci raggiungerà la cifra di 100 miliardi di dollari entro il 2030 e circa il 9% della popolazione statunitense (30 milioni di persone) farà uso di questi farmaci nei prossimi 5 anni. Secondo il National Center of Health Statistics (NCHS) quasi la metà (49%) degli adulti americani ha riferito di aver cercato di perdere peso in qualche momento durante un anno e uno su 60 ha ricevuto una prescrizione di un farmaco GLP-1 nel 2023. Nel comunicato si spiega che Vital Pursuit “fornisce opzioni alimentari accessibili e dal buon sapore che supportano le esigenze dei consumatori in questa categoria emergente”. “Stiamo sfruttando la nostra profonda conoscenza dei consumatori e della scienza della nutrizione per rimanere all’avanguardia delle tendenze che stanno plasmando i comportamenti dei consumatori, innovando in tutto il nostro portafoglio per offrire prodotti che le persone ameranno.”
In parole povere Nestlé spera di acquisire nuovi clienti ponendo l’enfasi su questo nuovo approccio alla nutrizione, più scientifico e salutista, ma resta un tema di salute pubblica perché, come ha spiegato nell’intervista pubblicata sul numero di maggio del Salvagente il professore di fisiologia della nutrizione dell’Università di Bologna Enzo Spisni “quello che sappiamo rispetto a un uso cronico di questi farmaci, purtroppo, si ferma a due anni perché non ci sono studi clinici che vanno oltre questo arco temporale e rischiamo di diventare noi stessi la cavia per le aziende farmaceutiche che li producono”.
Spisni ha posto l’attenzione anche sul messaggio sbagliato che passa: “Il sovrappeso si gestisce sempre molto bene da un punto di vista nutrizionale, mettendosi in testa che dietro a un percorso di questo tipo è necessario un cambiamento dello stile di vita. Non è prendendo ormoni dall’esterno che possiamo pensare di bilanciare comportamenti scorretti. Non si prendono rischi di effetti collaterali importanti e ancora ignoti nel lungo periodo per contrastare qualcosa che possiamo sistemare piuttosto facilmente. Sarebbe come prendere un antibiotico fortissimo per curare un raffreddore. È chiaro che il grande obeso, che corre seri rischi per la sua salute, fa bene ad approfittare di questi farmaci. Ma se ci si trova in una fase di sovrappeso, bisogna cercare percorsi seri di dimagrimento, che mettano al centro del cambiamento lo stile di vita, per imparare a difendersi da un ambiente obesogeno”. Tuttavia, come aveva sottolineato nell’intervista lo stesso Spisni, “questi farmaci avranno sempre più successo perché offrono una scorciatoia molto allettante per perdere peso rapidamente, continuando a fare la stessa vita di prima”.