È nulla la cartella esattoriale per una multa mai notificata, ed Equitalia deve pagare le spese processuali anche se sia stato il Comune a non riuscire a provare la notifica del verbale di accertamento. Lo ha stabilito – come ricorda Giovanni D’Agata, presidente dello Sportello dei diritti – la Corte di Cassazione (ordinanza n. 9528 del 12 aprile 2017) che ha respinto il ricorso di Equitalia “salvando” un cittadino da una riscossione illegittima.
Un precedente importante per i contribuenti
La decisione è degna di nota perché costituisce un importante precedente a favore dei contribuenti spesso vessati da atti di riscossione non regolari che, nonostante la raggiunta prova giudiziale della illegittimità , si ritrovano a pagare in parte le spese del processo.
Nella fattispecie – spiega D’Agata – Equitalia si è difesa sostenendo il proprio dovere di porre in esecuzione il titolo (la multa) trasmesso dal Comune (ente accertatore), a prescindere dalla regolarità dell’attività di notifica che deve essere svolta da quest’ultimo.
In pratica, Equitalia ha sostenuto che tra le due attività (quella, sua, di riscossione e quella, del Comune, di notifica della violazione al codice della strada) non sussisterebbe alcun nesso. Non la pensa evidentemente così la Suprema Corte che ha infatti rigettato le doglianze di Equitalia condannandola anche alle spese di lite.
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