Il cacao oltre il record storico di 6mila dollari e per contadini e consumatori c’è poco da stare allegri

CACAO

Il cacao ha superato il record storico di quotazioni del 1977. Oggi viene venduto oltre i 6mila dollari a tonnellata. Colpa di una malattia che colpisce la pianta per i cambiamenti climatici. Ma anche della speculazione: il prezzo imposto nei paesi dove se ne produce il 60% è di soli 2.390 dollari

Pasqua si avvicina e quest’anno il nuovo oro nero potrebbe essere proprio il cioccolato. Scherzi a parte, da qualche mese, le quotazioni del cacao sui mercati finanziari stanno galoppando fino a superare il record storico registrato nel 1977 di 5.379 dollari a tonnellata. I prezzi medi del cacao a settembre 2023 avevano già toccato una media di 3.700 dollari per una tonnellata di grezzo alla borsa di Londra e New York, in crescita rispetto ai 2000-2300 dollari di settembre 2022. Ma la corsa non si è fermata e a febbraio si è abbondantemente superato il tetto dei 5.000 dollari per arrivare agli oltre 6000 di oggi, con un valore che in pochi mesi si è quasi triplicato.

Crisi climatica e virus del cacao


La causa di questa impennata è principalmente la crisi climatica. I lunghi periodi di siccità e le forti precipitazioni e inondazioni che si stanno verificando nei principali paesi produttori di cacao, ovvero il Ghana e la Costa d’Avorio, che da soli rappresentano il 60% della produzione globale nel 2022 (stime dell’Organizzazione internazionale del cacao), hanno portato a raccolti decimati o addirittura persi. E, proprio perché piove sempre sul bagnato, i periodi prolungati di pioggia stanno provocando la diffusione di un virus mortale che colpisce le piante del cacao e minaccia i raccolti. Si tratta del Cocoa swollen shoot virus disease (CSSVD) che, secondo gli esperti del WWF, ha già colpito il 17% di tutte le aree coltivate in Ghana e si sta diffondendo anche in Costa d’Avorio. Il virus si diffonde rapidamente nei campi di cacao che solitamente sono a monocoltura e l’unica soluzione efficace per ora consiste nell’abbattere le piante infette.

Le piante di cacao sono particolarmente delicate ed hanno bisogno di una equilibrata alternanza tra sole e pioggia; i frequenti eventi estremi stanno preoccupando gli agricoltori dell’Africa occidentale che da mesi segnalano l’insorgenza di diverse fitopatie legate all’eccessiva umidità, come la malattia del baccello nero, che fa annerire e marcire i baccelli di cacao.
Questa crisi della produzione, che si intreccia anche ad un aumento della domanda e, di conseguenza, ad un calo dell’offerta, ha indotto addirittura il Coffee-Cocoa Council (Ccc), l’organismo di regolamentazione del settore in Costa d’Avorio, a sospendere a luglio scorso la vendita dei contratti di esportazione per la campagna allora in corso. Secondo le stime degli esportatori, tra l’inizio della stagione del raccolto, in ottobre, e la fine di gennaio le spedizioni dai porti della Costa d’Avorio sono diminuiti del 35% rispetto allo stesso periodo dell’anno precedente. E ci si aspetta un deficit di offerta (sarebbe il terzo consecutivo) anche durante l’attuale campagna agricola 2023/24.

Il peso sullo scontrino

La prima cosa a cui si pensa, visto l’avvicinarsi della Pasqua, è il rincaro dei prezzi delle uova. Molto probabilmente questo non ci sarà, o sarà minimo, visto che le impennate di prezzo di gennaio-febbraio si rifletteranno sul mercato nei mesi estivi, mentre le uova di Pasqua attualmente tra gli scaffali utilizzano cacao acquistato dai produttori in precedenza. Certo è che il rincaro del prezzo del cacao all’ingrosso sta influenzando tutta la filiera dolciaria che denuncia aumenti del costo della materia prima, così come del burro di cacao (+52%) e dello zucchero (+72%). Quest’anno il costo del cioccolato ha già registrato un aumento del 14% (dati forniti da NielsenIQ) e, come riporta il report “Cacao Insights 2024” pubblicato di recente da RedMarketing, si prevede che aumenti ancora del 7% nei prossimi cinque mesi.

Il gioco delle borse

Quanto sarà influenzato il prezzo finale dei prodotti di cioccolato e come stanno reagendo i produttori locali di cacao?
Spiegano da Fairtrade, il marchio etico per la sostenibilità e i diritti umani: “Prezzi così elevati potrebbero sembrare un grande vantaggio per gli agricoltori, in realtà, le cause sottostanti agli aumenti sono preoccupanti per le comunità agricole. L’aumento drastico è il risultato di una diminuzione dell’offerta, causata dalla perdita di colture a causa di malattie, cambiamenti climatici e probabilmente dall’aumento dei costi di produzione e di vita per gli agricoltori a causa di un’inflazione debilitante. L’aumento vertiginoso del prezzo del cacao è legato al fatto che la disponibilità della materia prima si è ridotta molto, a causa del cambiamento climatico che ha fatto perdere in resa i raccolti, danneggiando in primis i produttori locali che non hanno gli strumenti per far fronte a questi eventi estremi”. Proseguono dal marchio del commercio equo e solidale: “Dall’altro lato è aumentata molto la domanda di cacao a livello globale, visto che ultimamente è stato scoperto anche dai Paesi asiatici, che prima non lo utilizzavano. C’è da dire, però, che in Ghana e Costa d’Avorio, che sono i due paesi principali di produzione del cacao, il prezzo della materia prima è imposto dal governo, che lo fissa una o due volte all’anno e non è legato direttamente al prezzo che si decide in borsa. Ad aprile verrà imposto il nuovo prezzo e vedremo se sarà più alto, ma al momento i produttori vendono in base al prezzo stabilito ad ottobre che in Costa d’Avorio si aggira intorno ai 2.392 euro a tonnellata metrica. Questo prezzo, definito Free on Board, è comprensivo delle spese di trasporto fino al porto di imbarco e comprende già i costi delle prime intermediazioni. Ai contadini arriva un prezzo ancora più basso, sempre stabilito dal governo. Le attuali quotazioni in borsa seguono, di fatto, delle dinamiche speculative che probabilmente si rifletteranno sui prezzi dei prodotti. Nel nostro caso il prezzo finale del cioccolato è fissato a priori ed è indipendente dalle dinamiche del mercato”.
“Resta da vedere se l’offerta si riprenderà o se l’attuale tendenza sarà più duratura. Nuove normative in fase di implementazione e dibattute in Europa – come quelle sulla deforestazione e la dovuta diligenza delle imprese – sono necessarie, ma aumenteranno anche i costi per gli agricoltori così come per le aziende in modo non del tutto quantificato. Per progredire negli obiettivi ambientali e di reddito dignitoso, sono necessari prezzi minimi stabili e contratti a lungo termine tra acquirenti e organizzazioni di coltivatori di cacao. Saranno fondamentali partnership solide e co-investimenti per superare gli attuali shock dei prezzi e migliorare le condizioni di vita e ottenere filiere del cacao più sostenibili”.

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