Inutili e dannosi. Il rapporto tra rischi e benefici nell’uso di molti medicinali è decisamente sbilanciato a favore dei primi: non curano e anzi rischiano di far ammalare i pazienti. È il verdetto che arriva dall’autorevole Prescrire, la rivista indipendente francese di informazione scientifica sui medicinali.
Nell’ultimo report datato febbraio 2017 è stata aggiornata la black list e passati al setaccio 91 principi attivi per i quali, i base agli studi clinici e ai bugiardini, è stata valutata l’efficacia e il rapporto tra la capacità di curare e gli effetti indesiderati – spesso gravi se non gravissimi – associati alla terapia con un determinato farmaco. Giunta al quinto anno di pubblicazione la nuova lista nera di Prescrire ha passato in rassegna 91 molecole autorizzate nell’Unione europea: nel numero in edicola del Salvagente abbiamo riportato la lista completa dei 71 farmaci in vendita nel nostro paese e, laddove possibile, vi indichiamo anche i medicinali alternativi che non hanno – o hanno meno – impatto sulla salute . Per ciascuno di essi indichiamo i rischi, i motivi per i quali sono ritenute poco o affatto efficaci e, quando è presente, l’alternativa consigliata dagli esperti di Prescrire.
Una galleria di orrori
L’elenco delle controindicazioni è davvero lungo e scorrendo la black list ci si addentra in una vera e propria galleria degli orrori. Ci sono gli anti-infiammatori che espongono il paziente al rischio di malattie cardiovascolari, gli antibiotici che, pur funzionando meno di altri appartenenti alla stessa classe farmacologica, sono accusati di favorire l’epatite.
Non mancano gli antidepressivi la cui efficacia, al di là dell’effetto placebo, non è stata provata mentre sono noti i “pensieri suicidi” che possono far insorgere nel paziente. Come anche le sostanze psicotrope impiegate per contrastare l’eiaculazione precoce che, oltre a “ritardare” poco, quindi a non essere efficaci per lo scopo per le quali sono assunte, favoriscono l’irascibilità nel soggetto e lo espongono alle sincopi. Per non parlare di medicinali molto costosi come quelli oncologici: per molti farmaci usati nella chemioterapia non è stata mai provata la capacità di allungare la vita del malato mentre ad essi sono associate gravi reazioni, quali trombosi, perforazioni gastrointestinali, danni neurologici e quant’altro possa esserci di peri- coloso. Insomma esistono prescrizioni che oltre a non “funzionare” possono aggravare lo stato di salute del malato.
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Tra i farmaci già segnalati come pericolosi, precisano da Prescrire, pochissimi sono stati ritirati dal mercato. La gran parte è ancora lì, autorizzata dalle autorità sanitarie e dispensata a una popolazione all’oscuro di tante gravi minacce.
Alla larga dai Fans
Nelle schede pubblicate nel numero in edicola, quando presenti sul mercato, abbiamo riportato anche le alternative ai farmaci “inutili e dannosi”. In alcuni casi è molto difficile “convincere” il medico o lo specialista ad optare per un medicinale diverso da quello indicato nella terapia. I motivi possono essere tanti, non dimentichiamoci anche che i camici bianchi possono essere condizionati dall’industria farmaceutica anche solo perché non ci sono informazioni indipendenti e facilmente raggiungibili.
Discorso diverso per i prodotti venduti senza ricetta, pagati di tasca nostra e magari pubbli- cizzati da spot dove l’avvertenza “può avere effetti collaterali anche gravi” è un trascurabile dettaglio di un messaggio che esalta il bene cio sui sintomi. In molti casi si scopre che questi medicinali sono completamente inutili, come accade per gli sciroppi mucolotici contro la tos-se, o che esistono delle alternative meno “problematiche”, è il caso del Diclofenac il principio attivo del Voltaren e di altri simili. In questa categoria a finire sotto accusa sono soprattutto i diffusissimi Fans, gli anti-infiammatori non steroidei, per molti dei quali l’efficacia clinica non è stata dimostrata se non come effetto placebo mentre noti e ben più pericolosi sono gli effetti indesiderati che spaziano dall’infarto alla trombosi. L’Italia risulta tra i primi paesi al mondo per “consumo” di Fans e secondo i dati del ministero della Salute ogni anno spendiamo 500 milioni di euro per acquistare questi medicinali, circa 8,55 euro a italiano. Soldi buttati visto che, secondo uno studio condotto in Australia dal George Institute for Global Health di Sidney, i Fans sarebbero efficaci solo in un paziente su sei. Le alternative più efficaci e meno rischiose? Per Prescrire in prima battuta farmaci a base di paracetamolo e quando non è sufficiente meglio puntare sull’ibuprofene (Brufen o altri) e naproxene (Naprosyn o altri) alle dosi minime e per il più breve tempo possibile.