Un lettore ci segnala l’abitudine di un ristoratore di tenere i crostacei vivi sul ghiaccio e non nell’acquario e ci chiede se è consentito. Non lo è, come ci spiega Ilaria Innocenti, Ufficio Rapporti Istituzionali LAV
Caro Salvagente, in un ristorante di Foceverde, in provincia di Latina, ho trovato crostacei vivi con le chele immobilizzate sul letto di ghiaccio e non nell’acquario espositivo (a temperatura e ossigenazione controllate). Ma è possibile un tale maltrattamento?
Lettera firmata
Caro lettore, abbiamo chiesto chiarimenti a Ilaria Innocenti, Ufficio Rapporti Istituzionali LAV. Ecco cosa ci ha spiegato.
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Ai sensi dell’articolo 15 comma 6 del Regolamento per la tutela, il benessere e la corretta detenzione degli animali nel territorio del Comune di Latina, approvato con deliberazione di Consiglio Comunale n. 26 del 4 giugno 2020 e in vigore dal 01.09.2020 “È fatto obbligo agli esercizi che commercializzano aragoste e similari vivi di tenere i crostacei all’interno di una vasca con acqua salina.”
Il ministero della Salute in un documento medico-scientifico, redatto dal suo Centro di Referenza Nazionale per il Benessere degli Animali, intitolato “Sofferenza di aragoste e astici vivi con chele legate e su letto di ghiaccio durante la fase di commercializzazione” (https://archive.izsler.it/izs_bs/allegati/2250/ASTICIVIVI.pdf ) afferma: “Il posizionamento degli animali sul ghiaccio, anche se avvolti in sacchetti a tenuta, è assolutamente inappropriato sia come metodo anestetico che come metodi di stoccaggio, in quanto il contatto diretto con il ghiaccio determina asimmetria della perfrigerazione, sbalzo improvviso di temperatura, shock ipoosmotico da acqua di scioglimento o da condensa, ipossia e stress anaerobico”. Dal punto di vista la Cassazione con sentenza n. 30177 del 2007 ha confermato la sanzione per 5.000 euro per maltrattamento di animali (ex art.727 c.p.) stabilita dal tribunale di Firenze per un ristoratore di Campi Bisenzio, che conservava i crostacei sotto ghiaccio e con le chele legate.
Ne consegue che non lo possa fare.