La Ferrero ha interrotto la produzione dei prodotti a marchio Kinder nello stabilimento belga dove è stata isolata salmonella. Per le autorità i prodotti contaminati non sono arrivati sugli scaffali. L’allarme sanitario lo scorso anno aveva coinvolti più di 300 bambini e comportato oltre 3mila tonnellate di prodotti richiamati dal mercato.
Poco più di un anno dopo torna l’incubo salmonella negli stabilimenti belgi della Ferrero. E ancora una volta il caso di salmonella che evoca lo spettro di quanto accaduto lo scorso anno (oltre 300 consumatori finiti in ospedale e 3mila tonnellate di Kinder richiamati) è stato rilevato nello stabilimento di Arlon. È quanto si apprende dalla FASFC, l’Agenzia federale per la sicurezza alimentare che ha però assicurato che “nessun prodotto alimentare è risultato positivo”. L’azienda ha comunque fermato la produzione di Kinder per precauzione.
Secondo il portavoce della FASFC, il fatto che la salmonella sia stata individuata è probabilmente legato ai controlli intensificati effettuati dal personale dopo l’allerta dello scorso anno che aveva portato alla chiusura provvisoria dello stabilimento.
Nicolas Neykov, direttore della filiale francese di Ferrero nel maggio 2022 aveva dovuto ammettere di sentirsi “Desolato per una una crisi straziante”, scusarsi e annunciare un cambio nei controlli negli stabilimenti: “Il 50% delle ispezioni in fatto di salute e sicurezza sarà effettuato da un laboratorio esterno“, aveva annunciato.
All’epoca la contaminazione sarebbe stata causata da un filtro situato in un serbatoio di burro dello stabilimento di Arlon in Belgio e vi sarebbe arrivata “o da materie prime contaminate, o da persone”, come spiegava Neykov.
L’impatto economico del maxi richiamo da tutta Europa dei prodotti potenzialmente contaminati – definito “il più grande ritiro di prodotti degli ultimi anni” – “è stato – ha precisato Neykov – di diverse decine di milioni di euro“.
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