Le raccomandate postali hanno un codice impresso sulla busta (che ritroviamo anche sulla ricevuta di mancato recapito): da questo si può risalire al mittente. Ecco un’utile guida
La raccomandata 647 indica la notifica di un atto giudiziario dal contenuto fiscale proveniente dall’Agenzia delle Entrate o dal fisco nei confronti del contribuente. Ad oggi, grazie alla convenzione con Poste Italiane, l’Agenzia delle Entrate è l’unico ente che può inviare un atto giudiziario senza l’autorizzazione del tribunale; ciò permette all’Agenzia delle Entrate di inserire, nell’avviso di giacenza, la dicitura “atto giudiziario”.
Per quanto attiene al contenuto di una raccomandata 647, potrebbe trattarsi sia di un avviso bonario, come la regolarizzazione di un pagamento o una rettifica della dichiarazione dei redditi senza necessità di alcun esborso, sia di una richiesta di pagamento.
Pertanto, se nella casella postale si rinviene un avviso di giacenza con il codice raccomandata 647 significa che non si era presenti al momento della consegna da parte del postino dell’atto. Per ritirare la comunicazione proveniente dall’Agenzia delle Entrate ci si dovrà recare presso l’ente postale indicato nell’avviso di giacenza.
Che cos’è una raccomandata
Prima di andare sul caso specifico, è bene precisare cosa sia una raccomandata. Si tratta di un sistema per spedire la posta con certificazione dell’avvenuta consegna e del ricevimento da parte del destinatario. Infatti, quando è necessario avere certezza legale dell’avvenuta spedizione e ricezione della posta si invia la raccomandata con avviso di ricevimento, anche detta raccomandata a/r. In questi casi la conferma dell’avvenuta consegna al destinatario da parte di Poste Italiane ha valore di piena prova legale fino a querela di falso.
Che cos’è il codice raccomandata
In passato il destinatario di una raccomandata aveva subito la possibilità di capire se si trattasse di un atto giudiziario da parte del tribunale oppure da parte di un ente o di un privato. Infatti, nel primo caso era di colore verde, mentre nel secondo era di colore bianco. Oggi questa distinzione è venuta meno. Gli unici due parametri ad oggi possibili per capire di che tipo di atto si tratti e chi sia il mittente sono il codice raccomandata e la dicitura atto giudiziario.
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La dicitura “647” indica le prime tre cifre del codice della raccomandata; dunque, più che “raccomandata 647”, sarebbe più corretto denominarla “codice raccomandata 647”. Infatti, ogni raccomandata è contraddistinta da un codice di 12 cifre, riportate sopra il codice a barre, che identificano il contenuto dell’atto. Il codice raccomandata, dunque, è la sequenza numerica che si trova all’interno dell’avviso di giacenza e che va ad identificare il contenuto della raccomandata stessa, seppur in termini generici (si tratta sicuramente di una comunicazione fiscale) ed il mittente. Ogni codice corrisponde ad un determinato tipo di raccomandata; per fare alcuni esempi:
- il codice raccomandata che inizia con i numeri 781, 782, 783, 786, 787, 788 e 789 indica un atto giudiziario, ovvero un atto spedito dal tribunale o da un avvocato;
- il codice raccomandata i cui primi numeri corrispondono a 608 e 609 indica una multa;
- il codice raccomandata che inizia con 612, 614 o 693 indica lettere provenienti da banche o da altri istituti di credito;
- il codice raccomandata 647 fa riferimento, come già detto, ad una comunicazione dal contenuto fiscale da parte dell’Agenzia delle Entrate.
Che cos’è l’avviso di giacenza
Come accennato, il codice raccomandata si trova all’interno dell’avviso di giacenza. Quest’ultimo rappresenta la comunicazione che il portalettere deposita nella casella postale quando diventa impossibile eseguire la notifica perché il destinatario è assente presso l’indirizzo di residenza. In tali casi, dunque, il postino, non riuscendo a notificare l’atto, lascia nella cassetta postale del destinatario un tagliando di colore bianco, grande poco più di uno scontrino, nel quale viene indicato:
- il giorno e l’ora in cui è stata tentata, invano, la notifica;
- l’ufficio postale presso cui la raccomandata si trova in giacenza;
- i giorni e l’orario in cui il destinatario della raccomandata potrà recarsi alle poste per il ritiro dell’atto;
- la città di provenienza della raccomandata;
- infine, il codice raccomandata.
L’avviso di giacenza, dunque, offre un riepilogo dei dati della spedizione e fornisce le indicazioni per il ritiro dell’atto, dando prova del tentativo di notifica non andato a buon fine.
I possibili contenuti della raccomandata 647
La raccomandata 647, come già detto, riguarda un atto giudiziario proveniente dall’Agenzia delle Entrate. Tra le varie eventualità che potrebbero configurarsi in relazione al contenuto dell’atto giudiziario vi sono:
- bollo auto non pagato;
- sanzioni fiscali;
- cartella esattoriale, ovvero il documento contenente la descrizione delle somme dovute all’ente creditore con l’invito a provvedere entro determinati termini, le informazioni sulle modalità di pagamento e le istruzioni per richiedere la rateizzazione, la sospensione o la proposizione del ricorso;
- avviso bonario, ovvero la comunicazione con la quale l’Agenzia delle Entrate informa il contribuente del controllo effettuato sulla sua dichiarazione dei redditi – evidenziando, nel caso, le eventuali imposte e contributi che risultano non pagati – o altri tipi di controllo. È importante sottolineare che l’avviso bonario è propedeutico all’invio di una cartella esattoriale e che tra l’invio del primo e della seconda solitamente trascorrono 180 giorni (ciò, ovviamente, qualora il contribuente non dovesse adempiere a quanto disposto nel contenuto dell’avviso bonario);
- comunicazione di eventuali controlli fiscali;
- richiesta di pagamento;
- questioni in ambito fiscale;
- mancato versamento contributivo.
Ovviamente, per conoscere con esattezza il contenuto dell’atto giudiziario, occorrerà andare a ritirarlo presso l’ufficio postale di riferimento.
Cosa fare in caso di raccomandata 647
Chi trova nella propria cassetta delle lettere un avviso di giacenza che riporta il codice raccomandata 647 dovrebbe già sapere che il postino ha tentato di notificargli una comunicazione da parte dell’Agenzia delle Entrate. In questi casi, si può essere in dubbio se presentarsi alle poste per ritirare la raccomandata o meno. In realtà, non andare a ritirare l’atto è una pessima idea, in quanto 30 giorni dopo il deposito da parte del postino della raccomandata presso le poste (con il relativo avviso di giacenza lasciato nella cassetta postale del destinatario), l’atto viene restituito al mittente. Ciò significa che lo stesso si intenderà regolarmente notificato, parlandosi in tali casi di perfezionamento della notifica per compiuta giacenza. In pratica, una volta scaduto il periodo di giacenza, ovvero il periodo di 30 giorni decorrenti dal deposito presso la cassetta postale del famoso tagliando bianco, l’atto viene restituito a chi lo ha spedito. Ciò comporta due conseguenze principali:
- il destinatario non potrà più recuperare la raccomandata, di cui, pertanto, non conoscerà mai il contenuto;
- il mittente potrà procedere legalmente come se la raccomandata fosse conosciuta da parte del destinatario.
Si tratta di una presunzione di conoscenza, prevista dalla legge al fine di evitare che il destinatario possa decidere di non visionare le comunicazioni a lui sfavorevoli.
Il fatto di non avere conoscenza del contenuto dell’atto giudiziario (per non averlo ritirato nel termine di 30 giorni) può, a sua volta, comportare conseguenze notevoli per il destinatario. Ad esempio, l’atto giudiziario potrebbe contenere un avviso bonario relativo ad una cartella esattoriale da pagare entro 60 giorni. Il destinatario dell’atto in questo caso avrebbe la possibilità di fare opposizione alla cartella stessa o di estinguere il debito. Qualora non lo facesse, l’Agenzia delle Entrate potrebbe procedere al pignoramento del suo conto corrente, eseguendo un prelievo forzato dell’importo. Pertanto è importante non sottovalutare l’avviso di giacenza relativo ad una raccomandata 647.
In sintesi, in caso di ricezione di avviso di giacenza di una raccomandata 647, il destinatario deve recarsi presso l’ufficio postale indicato nel tagliando per il ritiro dell’atto entro 30 giorni dal deposito dello stesso, in modo da poterne prendere visione e, eventualmente, adottare gli opportuni provvedimenti, come ad esempio impugnare la cartella o l’avviso di pagamento con l’assistenza di un avvocato.
Come ritirare l’atto giudiziario
Per ritirare l’atto giudiziario si hanno tre opzioni:
- si può richiedere un nuovo invio dello stesso. Questa opzione, tuttavia, non è sempre attiva. Occorre preliminarmente controllare sul sito di Poste Italiane, inserendo il codice della raccomandata. Qualora fosse possibile, verrà effettuato un nuovo tentativo di notifica in orari diversi;
- ci si può recare di persona all’ente postale dove l’atto si trova in giacenza (l’ufficio postale è indicato nell’avviso di giacenza). Per il ritiro dell’atto sarà necessario presentare allo sportello dell’ufficio postale l’avviso di giacenza (il tagliando bianco), un documento di riconoscimento ed il codice fiscale;
- in alternativa, si può delegare qualcuno per il ritiro dell’atto. In questo caso, occorrerà compilare un modulo di delega, redatto a mano o al computer, nel quale andranno inseriti i dati del delegante, il numero della raccomandata, nonché nome, cognome e data di nascita del delegato. Inoltre, verrà richiesta la copia originale dell’avviso di giacenza, oltre che una fotocopia del documento di riconoscimento del soggetto delegante e di quello delegato.