Il limite tra raccolta di dati a scopo di efficienza e per scopi commerciali è sempre molto sottile, quando si parla di motori di ricerca. La Federal trade commission, l’agenzia garante del commercio in Usa, ha ricevuto una denuncia dell’associazione dei consumatori Consumer Watchdog e Privacy Rights Clearinghouse, nella quale Google viene accusata di aver rivisto le regole sulla privacy in modo da aver maggiore controllo nel valutare su come navigano e l’uso dei suoi servizi. Lo riporta il Washington Post, sottolineando che secondo le associazioni il cambio delle regole consente a Google di incrociare i dati dei consumatori raccolti tramite alcuni dei suoi servizi, acquisendo così la possibilità di ottenere maggiori informazioni sugli utenti.
Google si difende
”Prima di aver introdotto l’aggiornamento lo abbiamo testato con l’obiettivo di capire come offrire ai clienti una scelta chiara e trasparente. I clienti possono scegliere, se decidono di non approvare la loro esperienza su Google non cambia” afferma l’azienda con sede a Mountain View.La sorte è la stessa toccata a Facebook, commenta Giovanni D’Agata, presidente dello “Sportello dei Diritti”, che a maggio è stata colpita da un’accusa per il suo servizio Foto, anche questo in contrasto con la legge dell’Illinois. Tale ordinanza dimostrerebbe che Facebook negli Stati Uniti, raccogliendo e usando in modo illecito i dati biometrici delle persone, non offre un livello di protezione dei dati personali adeguato.